Se fossi te,
camminerei tra le piazze piene di bandiere,
alzando la voce come fosse scudo,
un grido che divide e rassicura,
mentre il vento porta via l’eco di chi non ha voce.
Se fossi te,
guarderei nel cuore di chi ti ha creduto,
nelle speranze che hai acceso
e nelle ombre che hai lasciato indietro,
mentre prometti una patria che abbraccia
ma stringe troppo forte chi non ti ha appoggiato.
Se fossi te,
saprei che governare è come tenere una fiamma,
ma il calore può diventare incendio
quando il fuoco della rabbia divora,
quando i confini sono trincee
e non rifugi sicuri.
Se fossi te,
mi chiederei
dove finisce l’ideale e inizia il compromesso,
se l’identità che difendo con i denti
non sia quella che rende prigionieri
gli altri.
Se fossi te,
forse capirei che il nemico che cerco
è dentro le stesse mura che ho eretto,
nelle paure che alimento
mentre il futuro si sgretola in silenzio.
Se fossi te,
saprei che la forza non è sempre un pugno chiuso,
che chi governa deve saper ascoltare
anche il mormorio più lontano,
anche quando il vento gira e cambia direzione.
Anna Lorenzini – L.A.Filosofia