90 anni.
Com’è successo?
Ieri ne avevo 25.
Oggi ne ho 90.
Mi devo essere distratto.
Per 65 anni.
Non ci avevo mai pensato.
Ora invece non faccio altro.
In realtà è più o meno l’unica cosa che mi rimane.
E i ricordi.
Ho avuto Lisa.
Lisa.
Ci sono giorni che non posso fare a meno di ricordarla.
Altri che scelgo di ricordarla.
Non ci sono giorni che non pensi a lei.
Era bellissima.
Avevo 28 anni, quando l’ho conosciuta.
Lei ne aveva 26.
O erano 24?
Chi se ne frega, non ci ho mai badato.
Non ricordavo i compleanni.
Lisa fingeva di offendersi ma non le interessava.
Non le interessava, vero?
A 90 anni mi faccio venire i dubbi su come mia moglie stesse con me.
Già, perché Lisa è diventata mia moglie.
Che culo che ho avuto.
Una così che sta con uno così.
Non abbiamo avuto molto tempo.
40 anni. Se n’è andata presto.
Troppo presto.
Mi mancano i suoi difetti.
Cucinava malissimo.
Lo sapeva, ma le piaceva provare a fare qualcosa di buono per me.
Non c’è mai riuscita.
Non mi è mai importato.
Oggi vedo questi programmi alla tv.
Grandi cuochi che poi pubblicizzano il gorgonzola industriale.
Altri con il loro faccione sui manifesti di una catena che vende hamburger orrendi e penso che forse Lisa, con la sua pasta scotta al sugo un po’ bruciato, fosse molto meglio di quelle facce lì.
Se non altro più coerente.
Faccio un po’ fatica a stare al passo.
O meglio, ci ho proprio rinunciato.
Quelli come me vengono messi un po’ ai margini dalla società
Un po’, un po’ tanto, in realtà.
E noi ci facciamo mettere da parte perché alla fine bisogna lasciare il posto ai giovani.
I giovani.
Li guardo i giovani.
A me non sembrano così male.
Noi eravamo forse peggio.
Forse no.
A volte vorrei dire loro qualcosa.
Ma sono solo un vecchio un po’ rincoglionito che ci mette 10 minuti ad alzarsi da una sedia.
Perché mai dovrebbero ascoltarmi?
L’altro giorno uno mi ha urtato facendomi cadere.
Non si è nemmeno fermato per vedere come stessi, ha imprecato contro di me sul fatto che non avessi un cazzo da fare, parole sue, mentre lui aveva fretta, se n’è andato a passo spedito.
Non era un ragazzo, sarà stato sulla cinquantina, aveva i capelli brizzolati.
Però due ragazzini, di quelli veri, mi hanno aiutato.
Erano vestiti come usa adesso, un po’ strappati, avevano degli anelli in faccia e i tatuaggi.
Loro si sono fermati e mi hanno aiutato.
Mi hanno chiesto come stessi.
Ho provato a minimizzare sorridendo loro, dicendo che andava tutto bene e me ne sono andato.
La cosa che mi ha fatto più male è che quel cinquantenne aveva ragione.
Non ho un cazzo da fare.
Mi guardo in giro ma metà delle cose che vedo non le capisco.
Non ho un cellulare, non ho nessuno da chiamare e sicuramente nessuno chiamerebbe me.
Non lascio niente qua.
Non ho avuto figli.
Quando abbiamo scoperto che non potevo averne Lisa ha solo pensato a starmi vicino.
Ma non ne abbiamo mai parlato.
Non ho mai avuto il coraggio di chiederti quanto questo ti facesse male.
E ora non posso più farlo.
Vorrei rendermi utile ma non trovo un mio posto.
Non sono bravo a fare nulla, ho lavorato in una fabbrica per anni e quando me ne sono andato in pensione abbiamo fatto una bella festa.
Ma dei miei colleghi non è rimasto nessuno.
Mi chiedo quanto tempo mi resti.
Non penso di farla finita, non ne avrei nemmeno il coraggio, ma non riesco a pensare alla morte come una cosa triste.
Almeno non riesco a pensare così della mia, di morte.
Quella di Lisa invece è stata atroce. Per me.
Lei se n’è andata senza soffrire, questo mi ha raccontato il medico.
Ho sofferto anche io per lei.
Non ho mai smesso.
Aveva un culo perfetto.
Mi divertivo a toccarglielo in pubblico.
Ora lo fanno tutti ma ai tempi era indecoroso.
Ma me ne fregavo.
E penso che sotto sotto se ne fregasse anche lei.
Era il nostro gioco.
Vorrei chiedere ai giovani se giocano.
Avete ancora la capacità di perdere tempo?
Non sembra, a guardarvi, siete sempre impegnati.
Scuola, studio, sport, corsi di canto, ballo, danza e scacchi.
Vi annoiate mai? Il tempo è prezioso perché potete decidere semplicemente di perderlo.
Perché è il vostro tempo, il vostro e di nessun altro.
Ne avete tanto e un giorno vi sveglierete e vi accorgerete di non averne più.
Giocate.
Giocate e innamoratevi.
Il resto è un contorno, qualunque cosa è un contorno se sapete ridere di cuore.
Lisa mi faceva sempre ridere, a volte per quello che diceva, a volte per quello che faceva, a volte solo perché c’era.
E ora non è che rida più tanto.
Ora semplicemente aspetto.
Aspetto.
Manuel Bova
Facebook: www.facebook.com/manuelbovaautore
Instagram: www.instagram.com/bova.manuel
PRIMO CLASSIFICATO DELLA CATEGORIA RACCONTI BREVI – CONCORSONE SIMPOSIO2021