Per completare il discorso sulla scuola ionica, che abbiamo iniziato con Talete, è doveroso trattare anche questi due filosofi.
ANASSIMANDRO.
Discepolo di Talete e suo contemporaneo, anche lui vive a Mileto a cavallo tra il VII e VI secolo a.C., ed è il primo filosofo a lasciare un testo scritto ” Intorno alla natura” o “Sulla natura”. E’ anche il primo, secondo quanto sappiamo, ad introdurre in filosofia il concetto di Arché, che egli identifica con l’ ápeiron (dal greco a- senza e peirar- limite), ossia il principio indefinito (indeterminato) e infinito da cui scaturiscono tutte le cose. A differenza del suo maestro Talete, che identificava l’arché con l’acqua, l’ ápeiron di Anassimandro è un’astrazione, un concetto astratto, in quanto non si identifica con alcun elemento sensibile ed è qualcosa di indeterminato che precede e dà origine a tutte le determinazioni.
Il processo per cui le cose sensibili nascono dall’ ápeiron è, secondo Anassimandro, l’ingiustizia, volendo indicare con questo termine l’ingiustizia per cui ogni cosa, alla nascita, viene separata dal tutto primordiale, dall’arché. LA morte, in questo senso, viene vista come un ritorno alle origini, al principio.
L’ ápeiron è divino, immortale e indefinito, pervade l’universo, lo regge e lo concepisce.
ANASSIMENE.
Anche Anassimene vive a Mileto, intorno al VI sec. a.C, è discepolo di Anassimandro e acnhe lui scrive un’opra dal titolo “Sulla natura”, come il suo maestro. Ritorna ad identificare il principio di tutte le cose con un elemento della natura che è l’aria. L’aria, per il suo essere incorporeo, che non si può vedere né toccare, si trova dappertutto e si diffonde dovunque e per questo può essere considerata il principio da cui tutto si genera e tutto diviene. Anassimene tenta di fornire un spiegazione sostenendo che l’aria, con il processo di condensazione, diventa acqua e in terra e poi, con il processo di rarefazione, diviene fuoco. Dunque, la diversa conformazione dello stesso elemento-aria spiega, secondo il filosofo, la molteplicità del mondo sensibile.
L’aria è il principio (arché) di tutte le cose, infinito e universale e, dunque, divino.
Anna Lorenzini.