“Abitudine” è un termine che deriva dal latino “habitudo, habitudinis”, che si riconnette al verbo “habere” (avere, essere fornito), e che prende anche l’accezione di “modo che si ha”, ovvero modo di essere. Il latino e il greco (che personalmente adoro) sono grandi maestre nel regalare alle parole sfumature diverse che portano accezioni e significati diversi. Fa al caso nostro definire un’abitudine come una struttura che si è acquisita con un’azione o un’esperienza ripetuta nel tempo. Questo modus operandi è caratteristico del comportamento animale, dunque anche dell’essere umano. L’abitudine, con la sua accezione mentale e fisiologica, è il processo per cui un comportamento diventa automatico, parte della nostra quotidianità, che facciamo anche senza rendercene conto, e riguarda sia le attività motorie che quelle psicologiche. Guarda caso, assume la stessa definizione di “abilità motoria”, intesa come il risultato di un processo di apprendimento motorio e psichico che si stabilizza con la ripetizione, che passa attraverso delle fasi importanti e che può arrivare a diventare maestria, ma questo magari lo tratteremo in un altro articolo. Questa introduzione mi è servita per farvi comprendere meglio il concetto di abitudine e per parlarvi di come questa influenza enormemente la nostra vita quotidiana, anche se non pratichiamo sport a livello agonistico, perché può influenzarci positivamente e negativamente, pensiamo ad una vita troppo sedentaria, al mangiare cibo spazzatura, eccetera. E’ ovvio ragazzi che non si può vivere nella schiavitù della dieta, dello sport e quant’altro, ma se riusciamo ad automatizzare, e quindi a rendere un’abitudine, pochi gesti e concetti riusciremo a migliorare il nostro stato senza sentirci stretti nella morsa del sacrificio! Se ho una buona forma e la devo mantenere, psicologicamente posso essere avvantaggiato rispetto a chi deve raggiungere ancora il suo stato ottimale e vive delle oggettive difficoltà. Sviluppare delle buone abitudini è, dunque, fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi di forma fisica e sana alimentazione e per raggiungerli è importante migliorare il nostro allenamento, il modo in cui ci alleniamo, come e cosa mangiamo, eccetera. Senza sottoporci ad estremi sacrifici e cambiamenti drastici, che porterebbero a scoraggiarci, dobbiamo improntare un cambiamento graduale, iniziando dai piccoli gesti e cambiando UNA cosa alla volta, facendola diventare un’abitudine. Però, in quella cosa devo metterci serietà e disciplina, solo così un’azione diventa un’abitudine e gli atleti e i loro coach (noi!) lo sanno benissimo! Concentriamoci su un’azione alla volta, trasformiamo con disciplina e costanza quest’azione in un’abitudine e quando questa sarà automatizzata non ce ne dovremo più preoccupare; e così via, sostituendo in questo modo una cattiva abitudine con una buona. Ovviamente qui parliamo di azioni e abitudini che sono significative per il nostro benessere, che ci aiutano a raggiungere i nostri obiettivi di allenamento o peso o entrambi. L’alimentazione è semplice e bella, ma non è facile trovare quella adatta ad ognuno di noi, perché ricordatevi che l’individualità va presa in considerazione accanto a ciò che ci forniscono gli studi di nutrizione, fisiologia, eccetera. Il movimento fa parte della natura umana, allenarsi è semplice e bello anch’esso, ma richiede costanza e sacrificio, almeno durante la vostra seduta! “Senza fatica non c’è risultato!” Urlo ai miei allievi durante le lezioni, incitandoli con un sorriso, ma attenzione, fatica e non dolore… Quello che vi sto dicendo è che alimentazione ed allenamento sono due sistemi complessi influenzati dalle abitudini e non si possono risolvere con una dieta drastica e di breve durata né con allenamenti massacranti e discontinui, per esempio. Per chi non si è mai allenato o l’ha fatto in modo discontinuo, la piccola abitudine da intraprendere è sicuramente la COSTANZA. Meglio breve, ma ogni giorno che una volta ogni chissà quando perché ci vengono chissà quali paturnie! “La costanza premia più della quantità!” Lo dico sempre, lo scrivo sempre e ve lo scrivo anche qui, è il mio motto! Decidere di cambiare l’abitudine del dolce far niente con un allenamento di 30 minuti, definito precedentemente da uno specialista del settore ovviamente, o magari con una camminata, è già un buon passo in avanti verso il cambiamento che cerchiamo. Ehi, per camminata intendo a ritmo, sportiva, veloce, non una passeggiata qualunque! Quindi, mettete in pratica i vostri piccoli cambiamenti verso il vostro obiettivo e se vi serve un consiglio su cosa cambiare e come iniziare potete scrivermi anche qui sulla pagina.
Anna Lorenzini – L.A.Filosofia