Passeggio sull’erba fresca, le margherite e i nontiscordardime solleticano i piedi nudi. Cullo l’angelo dai ricci biondi stretto tra le mie braccia, cantandogli una melodia soave. Sonnecchia beato e il piccolo petto si alza e si abbassa a ritmo cadenzato. Le labbra rosa, disegnate dalle mani di Dio, si arricciano e la manina aggrappata alla mia veste la stringe appena.
Là in fondo, le montagne con l’ultima neve sulla cima brillano, illuminate dai raggi del sole ormai alto nel cielo. Solletico la pianta del piedino e rimango minuti infiniti a osservare la perfezione delle sue minuscole dita.
Aspiro il suo profumo di candore e innocenza e appoggio le labbra lievi sulla sua fronte. Un trillo in lontananza si fa sempre più forte e non accenna a smettere. Copro le orecchie del mio angelo e scuoto la testa con vigore.
Non voglio ascoltare quel rumore, non voglio cedere alla sua volontà.Non voglio tornare alla realtà, ma come risucchiata, a fatica apro le palpebre e mi sveglio. Accarezzo il mio ventre vuoto, ricordo del mio bambino mai nato. E ricomincio una nuova giornata.
Lisa_ci
Vincitrice del contest “REALTÀ E FANTASIA” – racconti brevi.