La molteplicità delle correnti filosofiche comporta una disparità di significati legati al termine filosofia, che nella sua accezione più stretta è “amore per il sapere”. Fra le costanti riscontrate in questa molteplicità, la definizione che si trova nell’Eutidemo di Platone crea una connessione tra i vari significati: “la Filosofia è l’uso del sapere a vantaggio dell’uomo”. Dunque, la filosofia risulta da questa definizione la scienza nella quale coincidono il fare e il sapersi servire di ciò che si fa e questo significa che la filosofia stessa implica il possesso o l’acquisizione di un conoscenza che sia la più valida e la più estesa e che l’uso di questa conoscenza sia avantaggio dell’uomo. Questi due elementi ricorrono nelle definizioni che sono state date in epoche diverse e da diversi punti di vista della filosofia. E’ in Grecia che la filosofia assume caratteri originali che ne fanno una delle componenti principali della civiltà occidentale. Ogni uomo può filosofare proprio perché l’uomo è l’animale ragionevole e questo concetto rende la filosofia greca un’indagine razionale e autonoma che fa della ragione la sua guida. La tradizione vede Cicerone ricondurre l’utilizzo del termine per la prima volta a Pitagora, con il significato di contemplazione disinteressata dei filofofi, che Aristotele ritiene essere peculiarità propria della filosofia. Ma la Grecia antica regala alla filosofia anche la definizione di saggezza che deve guidare ogni campo della vita. Dunque due significati fondamentali che l’abbracciano: ricerca autonoma e razionale in qualunque campo si voglia, e dunque ne fanno parte tutte le scienze, e ricerca specifica in se stessa che fa da base per tutte le altre ma non le contiene in sé. La filosofia è ricerca , dunque ogni scienza è ricerca e quindi filosofia, ma essa è la ricerca consapevole di sé, che ponendo il problema della stessa ricerca, acquista supremazia rispetto alle altre scienze.
Anna Lorenzini.