“Ci sono due modi di giocare: uno da gentleman, l’altro invece plebeo, venale, insomma il modo di giocare di una canaglia”.
F. Dostoevskij
Il giocatore è un romanzo dettato dallo stesso Dostoevskij, in soli ventisei giorni, alla stenografa Anna Grigor’evna Snitkina. Viene pubblicato nell’autunno del 1866, nel periodo in cui lo scrittore si ritrova indebitato a causa della dipendenza da gioco. Si affida dunque alla stenografa (che diventerà poi sua moglie) per poter stendere il romanzo entro i termini previsti. Scritto per necessità e su commissione dalla casa editrice Stellovskij, Il giocatore diventerà il punto di riferimento della narrativa russa dell’Ottocento. Lo stesso Dostoevskij, per molta parte degli anni sessanta, è uno dei tanti russi all’estero. Nel 1862, si ritrova protagonista della prima esperienza di gioco alla roulette di Wiesbaden (Germania), modello dell’immaginaria città di Roulettenburg, uno dei tanti luoghi in cui si svolge la vicenda del romanzo. In quel periodo, lo scrittore è irresistibilmente attratto dal rischio e dall’azzardo, completamente in balia della sua passione per la roulette.
Protagonista della vicenda è Aleksej Ivanovic, un giovane uomo che perde interesse verso tutto ciò che lo circonda in nome della sua unica vera essenza: il gioco d’azzardo. Il romanzo è ambientato in Germania, a Roulettenburg, città inventata da Dostoevskij. Il narratore della vicenda è lo stesso Aleksej Ivànovic, precettore presso una bizzarra ed eccentrica famiglia. Qui conoscerà Polina, e se ne innamorerà perdutamente. L’amore di Aleksej per questa donna è tale che, pur di attirare la sua attenzione, arriva a compromettersi burlando un barone tedesco. La famiglia di Polina è in rovina a causa delle manipolazioni del marchese Des Grieux; ciò spingerà il padre di Polina (detto “il generale”) a ipotecare una grossa parte del patrimonio familiare. Aleksej, per conquistare la donna, inizia a giocare per guadagnare le grosse somme di cui lei necessita. L’unica speranza che vive nei personaggi è la morte dell’anziana nonna, proprietaria della futura eredità.
La baboulinka (“nonnina” in russo) piomba in Germania all’improvviso, lasciando tutti sbalorditi, e si dedica al gioco insieme ad Aleksej. Quando gira la fortuna, la nonna perde la maggior parte dei suoi averi, lasciando Polina sola e povera.
Aleksej decide di scommettere tutto il suo denaro per aiutarla, cadendo in una dipendenza dovuta alle numerose vincite senza sosta.
In un romanzo l’autore può raccontare i fatti utilizzando un narratore interno o esterno ai fatti stessi. Il Giocatore è strutturato secondo quest’ultima prospettiva, poiché il prosatore è un personaggio del romanzo e, in questo caso, lo stesso protagonista. Con questo stile narrativo l’autore dimostra di saperne tanto quanto gli stessi personaggi, facendo conoscere al lettore le vicende, i luoghi e i personaggi soltanto attraverso il resoconto del protagonista. Egli esprime il suo punto di vista soggettivo e parziale caratterizzato da una costante e continua problematicità.
“Non riesco ancora oggi a comprendere me stesso”
F. Dostoevskij
Il protagonista-narratore utilizza due modi per poter raccontare tutta la vicenda: il modo mimetico (fedele ai fatti) e il modo diegetico (più distante e distaccato). Il discorso diretto nel romanzo si riallaccia alla forma mimetica, poiché il narratore cede la parola ai personaggi, al contrario dell’approccio diegetico che consente al protagonista-narratore di inserirsi nelle vicende raccontando le proprie riflessioni personali. La principale tecnica narrativa utilizzata è il monologo interiore, rendendo il romanzo una sorta di diario. Attraverso un dialogo interiore il protagonista si pone delle domande senza trovare nessun tipo di risposta.
I personaggi non vengono descritti per il loro aspetto caratteriale; possiamo definirli a “tutto tondo”, poiché sappiamo solo quello che il protagonista ci dice. Essi sono dotati di tratti psicologici imprevedibili e per questo descritti in modo soggettivo e incompleto. Tra tutti questi soggetti, la nonna ha un ruolo che si contraddistingue rispetto agli altri: prende il sopravvento con lo svilupparsi della vicenda, rappresentando per Aleksej l’unica certezza della sua vita: essere un giocatore. I luoghi del romanzo non vengono descritti in modo distaccato e oggettivo, ma presentano delle caratteristiche precise e analoghe a quelle dei personaggi: la scelta dell’ambientazione è spesso in relazione alle connotazioni caratteriali dei protagonisti. Inoltre sono equivoci, frequentati da persone ambigue e senza tempo, come nel caso del casinò. I giocatori infatti non si accorgono di quanto tempo scorra durante la roulette, ma vivono in una dimensione atemporale. Non hanno nessun rapporto con il contesto storico della vicenda, in quanto la rappresentazione del gioco può essere collocata in qualsiasi periodo. Nel Giocatore vi è un tempo reale dei fatti e un tempo raccontato del discorso, poiché chi narra la storia modifica spesso l’ordine e la durata degli eventi, che non vengono narrati in un tempo reale.
“Domani, domani, tutto finirà!”
Fëdor Dostoevskij, Il Giocatore
Il Giocatore è dunque un romanzo di formazione atipico, in cui il protagonista non apprende nulla alla fine del romanzo, al contrario de I promessi sposi, dove Renzo elenca tutto ciò che gli è servito di lezione. Alekséj arriva alla conclusione che la felicità assoluta si raggiunge solo affidandosi alla sorte e alle probabilità, senza dunque riflettere sulla sua condizione di dipendenza. L’universo sentimentale del romanzo è disordinato, proprio come i personaggi, che stravolgono ogni regola. Ne Il Giocatore questa inosservanza delle regole non si nota soltanto nel campo sentimentale ma anche nei rapporti sociali tra i personaggi, dove lo scopo principale di ognuno di loro è la competizione malsana, che mira al denaro, al successo e alla fama. La nonna non è più moribonda, ma una sperperatrice vittima del gioco d’azzardo. Nel gioco viene meno la capacità di intendere e di volere; la volontà e la razionalità non hanno alcun potere, poiché tutto si basa sulla sorte. Il prezzo della roulette, oltre che il denaro della posta, è proprio l’infelicità sentimentale, incontrata prima e fuori dal recinto di gioco. La dipendenza dal gioco d’azzardo ha reso il protagonista completamente cieco, tanto da non riuscire più a scorgere l’amore che prova per Polina. Tra il gioco della roulette e il gioco sentimentale non si raggiunge mai un equilibrio, in quanto le situazioni continuano a mutare e a evolversi.
Un’analogia molto interessante a questo capolavoro della letteratura russa è Il fu Mattia Pascal di Pirandello, dove il tema del gioco costituisce un episodio isolato di ciò che è l’amara esistenza di Mattia Pascal. Pure in questo contesto il gioco e il casinò allontanano il protagonista dalla quotidianità, legandolo solo al verdetto del caso. Come Alekséj, anche Mattia Pascal vince una grossa somma alla roulette. Le somiglianze tra Il Giocatore e l’opera letteraria appena citata, le troviamo nel momento in cui il protagonista pirandelliano si reca al casinò di Montecarlo. Mattia Pascal sarà totalmente trascinato dal gioco, proprio come Alekséj e proprio come me, che dopo aver letto per ben tre volte il romanzo appena recensito continuo ad avere la dipendenza di continuare a sfogliarlo.
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