PREFAZIONE.
Questa poesia, che vi vado a esporre, è l’ultima della mia raccolta di silloge che uscirà a breve. L’uomo ha cercato di trovare l’agiatezza con tutti i mezzi, a scapito dei “fratelli”, della natura, ha ritenuto lecito sfruttare a suo piacimento tutto ciò che aveva attorno, come tutto fosse suo. Quindi, come diceva Baudelaire, cercando di crearsi dei “Paradisi Artificiali” si è creato, non del tutto inconsapevolmente, pienamente colpevole, un inferno artificiale. Daniele Da Prato.
Lo scintillio
d’occhi brillanti,
di luce stellata,
furon nebbiosi!
Da patina bianca
l’iride,
che dapprima
fu di riflesso accecante,
or è accecata
da un’infinita Tenebra
indefinita!
S’alza uno ghigno:
“Non azzardar cercar la luce,
che il sole qui non troverebbe,
accasciati e striscia
ben giunto al nuovo mondo,
lo volevi! Cercavi l’eterno!
Tu l’hai creato questo Abisso, o umano
ben giunto nel tuo Inferno”.
E il nulla cominciò!
Non più suoni
né pianti
nell’eterna espiazione,
nemmeno i tuoi pensieri
puoi ascoltar.
Un sol Senso, degli umani cinque,
alla Tragica Solitudine rimarrà!
Nell’abissale disperazione!
l’Eterna, Feroce
Dannazione!
Daniele Da Prato. https://ilsalottoletterarioddp.blogspot.com/