https://www.instagram.com/enzamineopoetessa/
1 – Chi è Enza?
Enza è una moglie, mamma e nonna felice di esserlo. Per 70 anni vissuta a Palermo, adesso, messinese d’adozione, una bella svolta, non credi?
2 – Da dove nasce l’esigenza di scrivere?
Ecco, hai detto bene: per me scrivere è stata una necessità, un’urgenza, un salvavita. Ti devo confessare che scrivo praticamente da sempre ma, fino allo scoppiare del covid, non lo avevo mai detto a nessuno, neanche a marito e figli! Poi, a causa del covid, ho deciso di pubblicare per beneficenza lasciando tutti di sasso. Ho iniziato a scrivere solo per superare la solitudine, per dialogare con me stessa, per imparare a conoscermi. Questo spiega perchè, in pochi anni, ho pubblicato 5 sillogi e ho partecipato a 3 raccolte antologiche, sempre sotto editore.
3 – Sei arrivata seconda nella categoria “poesie” del concorsone II di Simposio2021. Ci racconti qualcosa di questa opera? Quando l’hai scritta, cosa significa ecc.
Prospettive nasce sul Freccia Rossa diretto in Toscana dove vive mio figlio con la moglie e la mia bellissima nipotina. Ero seduta contro marcia e ne soffrivo, mio marito mi ha proposto di scambiarci di posto e… da qui è nata la riflessione sul cambiamento di prospettiva e la poesia. Le mie poesie nascono dalla vita di tutti i giorni…
4 – Hai pubblicato diversi libri, ce ne vuoi parlare?
Ti ho spiegato come sono nati i miei libri: la necessità di avere un interlocutore per uscire dalla mia solitudine, di poter scendere fino in fondo al mio io più autentico. La mia prima silloge è un po’ il manifesto del mio fare poesia, infatti, il titolo “Della terra, del cielo e di quanto essi contengono” dice chiaramente quali argomenti intendo trattare. La seconda, “Umili papaveri”, è una raccolta di pensieri in versi, pensieri esposti con grande umiltà che spingonona guardare la vita con la vista del cuore, più che con gli occhi fisici, per soprirne la vera essenza, senza superficialità. La terza “Scatti di poesia”, con le foto del Prof. Salvatore Cerniglia, Invita a cercare la poesia in tutto ciò che ci circonda, proprio in tutto. E passiamo alla quarta “La forma del sentire”, con i carboncini e i dipinti della mia amica Carla Ritarossi; questa silloge ci pone due domande: si può dare una forma al sentire? E, se sì, cambiando il mezzo espressivo, cambia il sentire? Domande alle quali solo il può dare una risposta! L’ultima raccolta pubblicata è “Realtà è poesia”, con le foto artistiche di Alessandro Marinelli, fotografo e scrittore.
La silloge entra nel complesso rapporto fra finzione, immaginazione e rappresentazione; percorre la linea sottile che separa la verità dalla rappresentazione artistica, filtrata attraverso la sensibilità dell’artista che “finge” usando tanto la penna quanto una macchina fotografica.
Le mie raccolte sono, dunque, come dei sequel che seguono i fatti della mia vita, la mia crescita personale e hanno due particolarità: la presentazione è sempre scritta da mia figlia (la persona che meglio mi conosce al mondo, l’unica che non si è stupita del fatto che io scriva) e la prima poesia è un po’ la guida ad una corretta lettura delle poesie.
5 – Hai mai pensato di scrivere qualcosa che non sia poesia?
No, non ho mai pensato di scrivere prosa. La scelta del verso è stata una cosa automatica, non ragionata… Ripeto, per me scrivere è stata una necessità non una scelta.
6 – Parlami della tua passione più grande. Non importa sapere di cosa si tratti (magari non lo vuoi dire e non è la scrittura), mi interessa sapere cosa ne ricavi. Cosa provi quando la pratichi e quando non ti è possibile farlo?
La mia passione è, oltre la lettura naturalmente, lavorare all’uncinetto! Riesco a realizzare dei piccoli capolavori e, ogni volta che finisco un lavoro, mi meraviglio di come sia possibile trasformare un filo di lana o di cotone in una cosa di senso compiuto, preziosa o tenera che sia.
Provo una grande soddisfazione che, per esempio, non provo scrivendo. Ho, infatti, sempre la sensazione che alcune parole siano rimaste nella penna, inespresse. Fra l’altro, mentre muovo le mani, il mio pensiero si ferma e trovo pace, tanto rara di questi tempi.
7 – Cosa ti fa paura?
Fino a qualche anno fa temevo il giudizio degli altri, oggi, non solo non mi preoccupa più, ma mi sono posta come obiettivo quello di liberare chiunque da questo timore che stupidamente, inutilmente e colpevolmente, tarpa le ali di chi, invece, può spiccare il volo con grande serenità e toglie la speranza, elemento fondante dell’umana libertà.
8 – Libero arbitrio o destino?
Libero arbitrio forever! Il destino è un alibi che non ho mai invocato. Buone o cattive le cose che ho fatto, sono solo frutto della mia volontà e delle mie scelte.
9 – Cambieresti qualcosa del tuo percorso di vita?
Bella domanda! Col senno del poi, cambierei tante cose…
10 – Che lavoro fai?
A 70 anni mi godo pensione e nipoti, finalmente! Sono stata una dipendente pubblica e ho adorato il mio lavoro a contatto con il pubblico.
11 – Hai consigli per chi volesse iniziare a scrivere poesie?
Beh! I consigli li dispensa chi è un’autorità in ciò che fa, io non lo sono. Una cosa mi pare ovvia però: leggere è indispensabile e bisogna scrivere ciò che si vive, che si sente davvero o chi legge avvertirà la finzione.
12 – Stai lavorando a un’altra pubblicazione, al momento?
Più precisamente, sto continuando a scrivere. Non so mai se quello che scrivo diventerà una raccolta. Arriva un momento in cui rileggo cosa ho scritto e, allora, scopro se le poesie nascondono un filo conduttore o trattano di argomenti compatibili. Solo così nasce una raccolta.
Come ho detto prima, scrivo solo per me non per pubblicare. Se così fosse non avrei aspettato quasi 70 per farlo.
13 – Qual è la poesia che avresti voluto scrivere tu?
Sono talmente tante… praticamente quasi tutte quelle già scritte! Ti dico quella in cui mi rivedo completamente, “I gabbiani” di Cardarelli e quella che mi commuove fino alle lacrime, “Ho sceso dandoti il braccio” di Montale.
14 – Cosa farai da grande?
Alla mia età, del tempo, so soltanto che ieri e domani non esistono, che solo oggi è tutto ciò di cui posso disporre e OGGI faccio la moglie, la mamma e la nonna che scrive di sé, per sé, nella speranza che le sue parole possano essere utili a qualcuno.
15 – Ti senti più una poetessa intervistata o una paziente in terapia, a causa di queste domande?
Un’intervista, se vissuta con lealtà, è sempre una seduta di psicoterapia, ma la domanda vera è: come ti senti tu travolto dal fiume delle mie parole? Sono una gran chiacchierona!
(Mi piace molto questa intervista, n.d.r.)
16 – Vedo che hai quasi 1700 post, sono molti! Parlaci della tua esperienza social.
Ahhhh guarda, io sono una social-imbranata! Non ci capisco nulla. In tanti hanno provato ad orientarmi con tecniche, strategie, ma io sono proprio refrattaria a questo mondo. Come nei miei versi, parlo della mia vita, delle mie esperienze. Trovo i social utilissimi per molti versi, ma pericolosissimi per altri. Appena entrata su Instagram mi sono persa e penso di aver fatto più di un errore, infatti, ho chiuso la pagina varie volte. Poi, però, il buon senso ha prevalso e, senza accorgermene, ho conquistato l’affetto di tante persone alcune delle quali ho anche avuto la gioia di conoscere personalmente.
17 – Per le copertine dei tuoi libri hai collaborato con qualche grafico? Se sì con chi?
Le prime due copertine sono opera della pittrice Giuseppina Insinga, vincitrice del premio internazionale città di Milano, le cui opere sono state esposte in tante gallerie riscuotendo grande successo e premi importanti. “Scatti di poesia” in copertina riporta una foto del Prof. Salvatore Cerniglia e “La forma del sentire” un carboncino della D.ssa Carla Ritarossi, pittrice romana. La copertina di “Realta è poesia” è stata scelta dall’editore, io avevo proposto una stupenda foto di Alessandro Marinelli, autore degli altri scatti che hanno ispirato la raccolta.
18 – Il tuo autore preferito?
I miei poeti di riferimento sono Saba, con la sua onesta poesia, le sue parole trite; Emily Dickinson per la sua eleganza; Wislawa Szymborska per la sua capacità di far vivere sia le piccole realtà quotidiane che i grandi temi universali risvegliando in chi legge la meraviglia, lo stupore che ormai l’umanità ha perso.
Adoro, inoltre, Gaber e Pasolini per il loro impegno civile. E potrei continuare all’infinito… ogni autore ha una sua speciale e straordinaria particolarità.
a cura di Fabio Valerio e Achiropita Gagliano
Grazie per le domande curiose e intelligenti che mi avete posto. Siete stati grandi e mi sono sentita molto coinvolta. Ho avuto la sensazione che, veramente,volevate conoscermi e farmi conoscere.
È stato un piacere 🙂