Cara Shada, innanzitutto grazie per il tempo concesso.
Benvenuta alle domande “scomode”, spero comprenderai il motivo per il quale le chiamo così.
Mi piacerebbe, anche per questo, conoscere qualcosa in più del tuo pensiero e del tuo linguaggio ma anche delle te non scrittrice, la Shada quotidiana.
Sia chiaro, puoi rispondere alle domande che vuoi. Considera che puoi anche mentire spudoratamente 😀
1 – Taralli e tè freddo. Oltre a una buona merenda, è anche il titolo del tuo ultimo libro. Vuoi parlarcene un po’? Di cosa tratta, che genere è, dove possiamo trovarlo?
Ahaha! Una buona merenda, sì, ma insolita. È proprio questo il senso, il messaggio del libro: l’importanza dell’insolito e dell’unicità. Per quanto riguarda il genere, è sicuramente un thriller ma, come tutte le mie storie, parla anche di amore e di vita. Mi piace sempre trasmettere, attraverso i miei personaggi, ciò che le mie esperienze mi hanno insegnato.Si trova ovunque: online e nelle librerie :).
2 – A questo punto ti chiedo anche di “Con i fari negli occhi” (titolo che mi ha ispirato una poesia tempo fa 🙂 ). Se ti va parlaci dei personaggi, la storia, curiosità… Tutto ciò che vuoi!
Con i fari negli occhi è stato il primo libro che ho scritto. Difficile parlarne in due righe. È stato terapeutico per me scriverlo, ed è stato bellissimo scoprire, di volta in volta, che lo è stato anche per molte persone che lo hanno letto: uomini e donne. In poche parole parla di vita, della vita vera, nuda e cruda, meravigliosa e straziante, violenta e lenitiva, tragica e piena di speranze… tutto questo senza maschere, senza finzioni e senza peli sulla lingua. Parla di amore, in tutte le sue forme (amore romantico, passionale, amore malato, amore materno, amicizia e soprattutto amore per se stessi), di sbagli, di scelte e di perdono.
3 – Se ti proponessero di fare un film di uno dei tuoi libri, che attori vorresti vedere? Hai in mente già dei “prestavolto”?
Ci ho pensato sin dal primo istante e credo che sarebbero film perfetti per Muccino o per Almodovar.
4- Se non fai la scrittrice come lavoro primario, qual è il tuo impiego?
Insegno inglese e sono mamma. Ma quando mi prende il demone della scrittura difficilmente mi fermo :).
5 – Se il tuo impiego non è già il tuo sogno realizzato, cosa vorresti fare da grande?
Esattamente tutto ciò che faccio.
6 – Da dove nasce l’esigenza di scrivere?
Scrivo perché mi fa bene, mi rende felice, mi aiuta a incanalare ogni emozione: quelle belle e quelle brutte. È po’ come riordinare e mettere al posto giusto tutti i pezzi dei puzzle che ho dentro.
7 – Oltre a romanzi scrivi anche altro (poesie, racconti, pensieri ecc.)?
Scrivo da sempre e di tutto.
8 – Parlami della tua passione più grande. Non importa sapere di cosa si tratti (magari non lo vuoi dire e non è la scrittura), mi interessa sapere cosa ne ricavi. Cosa provi quando la pratichi e quando non ti è possibile farlo?
È proprio la scrittura e, come ho detto prima, mi rende felice :). Poi amo tanto anche cantare, cucinare, disegnare, leggere e fare lunghe passeggiate, ma niente mi fa star bene come scrivere.
9 – Cosa ti fa paura?
Mi spaventano la malattia, la sofferenza, che possa succedermi qualcosa adesso che mia figlia ha ancora troppo bisogno di me e soprattutto che possa succedere qualcosa lei.
10 – Libero arbitrio o destino?
Il libero arbitrio è un’illusione. Siamo tutti frutto delle esperienze che abbiamo vissuto, del carattere che abbiamo (dna), e del caso.
11 – Chi è Shada?
I miei libri dicono tanto di me, ma probabilmente solo chi mi sta vicino e viaggia sulla mia stessa lunghezza d’onda può capirmi davvero. Non siamo fatti per tutti.
12 – Shada P. Conley è il tuo vero nome o è un nome d’arte? In entrambe i casi, perché?
È il mio vero nome. Shada è un nome indiano americano che piaceva a mia madre, Palma era il nome di sua sorella che è morta a 28 anni e Conley è il cognome americano di mio padre.
13 – Hai collaborato con la Rai, vuoi raccontare brevemente l’esperienza?
Mi è stata data questa immensa possibilità da Claudio Ciccarone che ha letto e apprezzato il mio primo libro ed è stata un’emozione unica.
14 – Entrambe i libri sono pubblicati con Vocali editrice. Ti va di raccontarci l’esperienza?
La Vocali Editrice è una piccola casa editrice di Portici fondata e gestita da due donne meravigliose che credono profondamente in ciò che fanno e che pubblicano solo ciò che amano davvero. Questo mi rende molto orgogliosa.
15 – Cosa ti ha portato a scrivere storie di rimorsi? Buio/luce?
La mia vita. Dico spesso che sono fortunatissima ad essere stata sfortunata. Solo chi ha vissuto grandi difficoltà e dolori che lo hanno reso migliore può capirlo.
16 – Ti senti più un’autrice o una paziente in terapia, a causa di queste domande?
Ahahaha. Mi sento grata per il tuo interessamento :).
17 – Scrivi di notte o di giorno? O meglio, dove trovi il tempo per scrivere, avendo famiglia?
Scrivo in “tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi” 😀 quando ho l’ispirazione e la necessità di farlo. La mia famiglia mi ama e quindi lo capisce e lo accetta :).
18 – Nel tuo profilo si può notare qualche disegno sparso qua e là. Collabori con qualche illustratore? Secondo te ogni scrittore deve aver un “grafico” di fiducia?
Sono miei i disegni. È un’altra delle mie passioni :).
A cura di Fabio Valerio e Achiropita Gagliano