Padre,
sono sola tra le foglie umide e
il frastuono degli spari è un’abitudine
ormai.
Dalla terra stanca sale
l’odore della morte
acre
imprigiona la mia pelle.
Un respiro ancora
e sovviene il ricordo del tuo viso
ai miei occhi,
cavalca un battito di cuore che
rallenta il dolore prima di
morire.
Padre,
tutte le volte che ti ho cercato
ho pianto la tua assenza,
ma ora che la terra è fredda anche per me
tu piangi l’abbraccio che mi stringe a te.
Non sento più niente
e scrivo al vento questi ultimi versi,
sapori di vita, dolcemente,
come carezze d’addio.
Non sento più niente,
solo il respiro del vento
nel fragore del tempo che scorre,
via da me.
Lascio, nelle pieghe dell’eternità,
parole
che il tempo scioglierà, come un nodo,
dall’inchiostro di un poeta.
Anna Lorenzini – L.A.Filosofia