Secondo una tradizione dei filosofi giudaici di Alessandria nel I sec. a.C., la filosofia greca avrebbe origini in Oriente e quindi avrebbe attinto dalle dottrine ebraiche, egiziane, babilonesi e indiane le proprie teorie; tradizione questa che nei secoli successivi trovò ampia diffusione, ma che, invece, non ha fondamento nelle testimonianze più antiche. L’amore per il sapere e per la scienza proprio dei Greci che si contrappone all’amore per il guadagno degli Egiziani e dei Fenici ci dà già un’idea di quanto sia poco credibile questa tradizione, e aggiungiamo che avendo vaghe e incerte indicazioni cronologiche della filosofia orientale è difficile porre una relazione tra le due.
La filosofia greca è ricerca e sgorga da un atto libero e consapevole e, come dice Abbagnano, “…Il suo fondamento è che l’uomo non possiede la sapienza ma deve cercarla: essa non è sofia ma filosofia, amore della sapienza, indagine diretta a rintracciare la verità al di là delle consuetudini, delle tradizioni e delle apparenze.” E questo a sufficiente a rendere irrilevante la tesi di cui sopra.
La filosofia greca diviene il fondamento della civiltà occidentale, coi suoi caratteri del tutto originali, e ancora oggi, seppure banalizzata da alcuni, ignorata da altri e bistrattata dall’istruzione, è colonna portante della nostra cultura e madre di molte altre discipline. Ogni uomo può filosofare in quanto dotato di ragione e Aristotele inizia proprio così la sua Metafisica: “Tutti gli uomini tendono per natura la sapere”, intendendo che, se lo si vuole, si può fare, perché la filosofia greca è indagine razionale che non si basa su una verità assoluta, ma la cerca, con la sola ragione come guida. L’etimologia stessa della parola , già da me illustrata in altri articoli, volti ad avvicinare la filosofia a tutti, ne evidenzia le caratteristiche e ne fa percepire le sfumature, “amore per il sapere” che, in primis, vuole esprimere un concetto fondamentale: ricerca! La parola ha assunto, col tempo, il significato più generico di ricerca autonoma e razionale in qualsiasi campo e, non da ultimo, il significato di una particolare ricerca presupposto fondamentale per le atre indagini. Eraclito dice “è necessario che gli uomini filosofi siano buoni indagatori di molte cose”
Dunque, ogni scienza e disciplina, in quanto ricerca autonoma, è filosofia e lo è anche perché è ricerca consapevole di se stessa che pone il problema della ricerca stessa, come suggerisce Platone affermando che la filosofia è la scienza grazie a cui si impara il sapere e grazie a cui questo sapere appreso diviene vantaggioso. Dunque, per dirla alla maniera stoica, uno sforzo verso la Sapienza o, citando gli Epicurei, l’attività che rende felice la vita. Per me, è fondamento del sapere e quadro generale delle scienze, principio vitale delle discipline umanistiche.
Gli albori della filosofi greca devono essere ricercati in Grecia, dove, nella sua accezione di “ricerca”, si esprime attraverso le cosmologie mitiche dei poeti e nelle loro riflessioni etico-politiche (Abbagnano). La prima e più antica testimonianza di cosmologia mitica si ha da Esiodo nella sua Teogonia, da cui emerge il problema della ricerca dell’origine di tutte le cose, problema di ovvia natura filosofica con una risposta però volta al mito. Insieme al mito, cui va il merito della ricerca dell’origine, possiamo annoverale il “mistero” cui si deve l’inizio di una riflessione morale. Infatti, nei motti dei Sette Savi, che Platone numerò per primo, troviamo brevi sentenze morali, come il <<Conosci te stesso>> di Talete o <<Sappi cogliere l’opportunità>> di Pittaco, tutti motti morali di aiuto l’uomo nel sua condotta e nella vita pratica.
Ma è la poesia che apre le porte alla filosofia, con le sue riflessioni morali che hanno dato spunti per interpretare il comportamento degli uomini e il mondo. I grandi poemi omerici, Esiodo e altri hanno gettato le basi per la riflessione sul mondo e sull’uomo, sul bene e sul male, sul giusto e l’ingiusto, concetti chiave confluiti nella ricerca filosofica.
“La cosa più difficile di tutte è cogliere l’invisibile misura della saggezza, la quale sola reca in sé i limiti di tutte le cose” Solone.
Da allora fino ai nostri giorni, la filosofia può essere intesa come lo studio del “tutto”, ovvero di tutte le cose a differenza delle scienze particolari che studiano settori specifici, lei vuole indagare origine, natura e fine di tutte le cose.
Anna Lorenzini.