Ogni giorno ci troviamo a relazionarci con le persone intorno a noi e alcune, a volte molte, di queste ci lasciamo delle brutte sensazioni, anche solo dopo una semplice chiacchierata. Sono, purtroppo, persone tossiche, negative, pesanti, despote. L’energia emotiva negativa è inquinante per la nostra anima, toglie l’energia di vivere, la felicità, la forza e demotiva chi la subisce facendolo sentire male, con ripercussioni psicofisiche, depressione e stati d’ansia, rabbia e mal di stomaco. Siamo tutti bersagli di questo tipo di”inquinamento” che arriva da tutte le parti. Le persone negative e tossiche sono le persone che ci destabilizzano e che, nel momento in cui ci relazioniamo con loro anche solo attraverso un dialogo, risucchiano le nostre energie come dei vampiri e lasciano uno stato d’animo completamente spossato, stanco, demotivato. Chi sono queste persone? Sono le persone che si lamentano continuamente della vita, quelle per cui gli altri stanno sempre meglio di loro, le persone che scaricano sugli altri la rabbia, il risentimento o la frustrazione, le persone che cercano di manipolarci perché la loro priorità è la soddisfazione dei loro bisogni. Hanno un atteggiamento impositivo, ma si mostrano democratiche, dicono continuamente di cercare un dialogo con noi e di collaborare in una qualsiasi decisione, ma che poi se non facciamo quello che dicono loro è guerra! Ma come fanno questa guerra? Molto spesso cercano l’appoggio di altre persone che sostengano la loro tesi, mostrandosi ai loro occhi come vittime deboli bisognose di sostegno contro di noi. Ricordiamoci che sono persone apparentemente molto brave nelle relazioni con gli altri, risultano buone e disponibili, addirittura risultano affascinanti e attraggono col loro “essere bisognosi” di non si sa cosa, il loro lamento suscita pena e ci fanno sentire dispiaciuti per loro, nascondendo la loro vera natura. Il legame affettivo che stabiliscono con noi diventa la loro forza, perché gra ad esso non abbiamo il distacco emotivo giusto per vedere realmente chi sono. Abbiamo detto che questo tipo di persone sono spesso “manipolatori emotivi”, e su questo non basterebbe un trattato. Ma senza dubbio possiamo dire che la manipolazione emotiva è una forma di violenza psicologica molto dolorosa, infida e anche molto difficile da riconoscere. Si manifesta in vari “gradi” da meno grave a più grave, con forme deboli e forme invece più aggressive, ma tutte con la caratteristica di non considerare l’altro come un individuo, una persona che merita rispetto. Vedono solo loro stessi e i loro bisogni da soddisfare e l’altro è un mezzo per raggiungere un fine. L’entità del dolore che provoca e la difficoltà nel riconoscere la manipolazione molto spesso risiedono nel fatto che la persona che ha questo modus operandi è una persona a noi in qualche modo legata affettivamente. Se poi, cosa che spesso capita, è anche un narcisista, l’atteggiamento manipolatorio è ancora meno riconoscibile, mascherato oltretutto da un atteggiamento debole che appare bisognoso ai nostri occhi, ma che ha come unico obiettivo quello di sfruttare questa presunta debolezza per ottenere tutto ciò che vuole. Per queste persone l’altro viene percepito solamente in funzione della soddisfazione dei propri bisogni, perché non sono assolutamente in grado di comprendere l’altro come persona e sono interessati ad occuparsi esclusivamente di se stesse. In quest’ottica, l’altro non è un individuo come loro, non è una persona da trattare con rispetto ma solamente un mezzo per ottenere ciò che vogliono e dando il meno possibile in cambio. Vogliono ottenere il controllo e la conferma che la loro visione è quella giusta e non accettano i “no”. Le relazioni con queste persone sono caratterizzate da bugie e colpevolizzazione della povera vittima, provocandone la distruzione dell’autostima.Cosa si può fare? Certamente un primo passo è prendere consapevolezza di ciò che sta accadendo, difficile, ma inizialmente si può fare ascoltando il nostro corpo e la nostra anima. La sensazione che si ha di soffocamento e confusione e il malessere fisico che si manifesta sono un campanello che ci dice che sta accadendo qualcosa che non va bene per noi, se poi riusciamo a confrontarci con qualcuno per capire è ancora meglio. Una volta presa consapevolezza e riconosciuta la dinamica della relazione, se è una persona con la abbiamo un qualsiasi tipo di legame affettivo (marito, moglie, amico/a, parente…), bisogna per prima cosa staccarsi e fuggire via, perché siamo caduti in una rapporto disfunzione altamente nocivo; e per fare questo possiamo ricorrere ad un aiuto professionale se non riusciamo, perché potrebbe essere molto difficile. Se sono persone che in qualche modo frequentiamo o abbiamo frequentato per forza di situazioni, ma alle quali non vogliamo bene, sarà più semplice. Dopo aver preso consapevolezza occorre necessariamente mettere dei confini ben precisi con i manipolatori, da far rispettare in ogni modo e non bisogna lasciare nemmeno uno spazio piccolissimo. Sono persone invadenti che ci passano sopra come carri armati! Dunque, dobbiamo allontanarci e mettere dei confini!
Una “tecnica” che consiglio è quella dello sguardo interiore, il mio punto focale filosofico, diciamo così. Rilassarsi e porsi in uno stato di dialogo interiore con sé stessi, ascoltare ciò che la nostra anima ci sta dicendo, un silenzio assertivo in cui dobbiamo non pensare e non giudicare, non dobbiamo essere duri con noi stessi per l’accaduto, in questo momento dedicato a noi stessi, stiamo “guardando” la nostra anima per farci del bene e darle la possibilità di curarsi dalla tossicità che l’ha attaccata. Partiamo da un’immagine che ci piace e lasciamo viaggiare l’anima tra le sue immagini, in questo modo facciamo scorrere via la negatività. La nostra mente saprà guidarci per immagini e, ripetendo l’esercizio, potremmo anche comprendere dov’è che ha fatto presa questa manipolazione, cosa deve insegnarci affinché non ricadiamo in questa ragnatela.
Anna Lorenzini.