“I giochi di prestigio e le domande della filosofia costringono al ripensamento di ciò che si dà per scontato. Filosofia e magia permettono di riscoprire molti aspetti nuovi delle stesse cose che, così, finiscono per cambiare aspetto, assumendo significati che stupiscono. Il gioco della filosofia e quello del prestigiatore aiutano a vedere il mondo con altri occhi” (Marco Fontanelli)
NELL’ ILLUSIONE C’E’ LA FELICITA’. MA LA FELICITA’, NON E’ UN’ ILLUSIONE.
L’illusionismo mira a suscitare in noi la sorpresa di qualcosa che non comprendiamo appieno, o ci spinge a individuare una possibilità che non avevamo considerato. Smuove la nostra incredulità e ci rende magicamente felici e divertiti. Quando assistiamo a uno spettacolo di illusioni, sappiamo bene che niente è come sembra, ma è più bello convincersi che sia tutto vero. Perchè nell’illusione c’è la felicità.
La parola illusione però, viene sempre associata a qualcosa di negativo. Quante volte ci siamo ritrovati a dire “Mi sono illuso” Ma tutte le esperienze che ci hanno in qualche modo ingannato, prima di essere inganno sono state felicità.
D’altronde, questa parola, si può realmente usare solo a posteriori, ossia quando ormai siamo delusi. Qualsiasi cosa ci faccia gioire, infatti, non nasce mai come inganno, oppure non sappiamo che lo sia. Ad esse attribuiamo questo termine nel momento in cui capiamo.
E’ stata quindi inventata una parola per identificare le cose che, prima di deluderci, costituivano una sorta di felicità.
Sì. Forse la felicità è un’illusione allo stato embrionale. Forse è un po’ come il bruco che diventa farfalla. Il bruco è la felicità. Poi diventa farfalla, illusione, e vola via.
RAMONA OLIVIERO