La filosofia nasce in Asia minore, a Mileto, una colonia Ionica dove per la prima volta alcuni uomini si pongono in termini razionali, e non più mitico-fantastici, il problema dell’origine di tutte le cose e della loro unità. E’ qui che nasce la prima scuola filosofica, dove il problema della natura è affrontato secondo la ricerca della arché (dal greco ἀρχή = principio originario), inteso come “sostanza o elemento primo” di tutte le cose e fondamento di tutto ciò che esiste. Questo principio non viene più individuato in un mito, come si faceva prima, ma viene ricercato nella natura stessa, sulla quale, quindi, si indaga, ora, in maniera razionale.
L’ archè, ricercato all’interno della natura stessa, s’identifica con la materia da cui tutte le cose sono composte, con la forza che spiega il costante cambiamento delle cose, con il principio che spiega l’origine del mondo e lo rende comprensibile, e coincide con alcuni suoi elementi: per Talete è l’acqua, per Anassimandro è l’ápeiron (infinito/indefinito), per Anassimene è l’aria, per Eraclito è il fuoco. La riflessione filosofica di questi filosofi (i presocratici) è caratterizzata dal problema cosmologico, ovvero dalla ricerca di un principio che, al di là delle molteplici apparenze, faccia della natura un mondo unitario e renda possibile la conoscenza umana.
La natura (dal greco phýsis – φύσις), che viene indagata dai presocratici, quindi ha un carattere attivo e dinamico. I termini trattati da questi filosofi sono abbastanza semplici, così come anche le loro concezioni, ma hanno il merito di aver concepito per la prima volta la natura come un “mondo ordinato”, fondato sulla sostanza, che è principio dell’essere e del divenire. Vediamo il primo.
TALETE (ca.624-546 a.C.)
Talete nasce e vive a Mileto nella prima metà del sesto sec. a.C., è considerato il primo filosofo della storia e non ha lasciato nulla di scritto. Sono le testimonianze di Aristotele e di Diogene Laerzio che ci fanno pensare che sia al iniziatore della filosofia della natura e l’iniziatore della filosofia stessa, perché è il primo a porsi un problema dal punto di vista universale. Alla domanda che si pone, “qual è l’origine del tutto, del mondo?”, dà una risposta razionale e non mitico-religiosa, come gli uomini prima di lui, ricercando un principio generale unico dal quale poter dedurre la spiegazione di tutte le cose.
La necessità di Talete era quella di trovare un principio su cui lavorare e che rispondesse alla sua domanda “Qual è la materia fondamentale del Cosmo?”. Secondo lui, una materia da cui deriva tutto il mondo doveva essere qualcosa di essenziale per la vita, qualcosa capace di movimento, e quindi di cambiamento, perché le cose del mondo sono mutevoli, e qualcosa da cui si possa formare tutto il resto. Il principio di tutto, per Talete, è l’acqua, deducendo questa teoria dal fatto che l’umido è presente in ogni cosa. La sua osservazione è che l’acqua è chiaramente necessaria per poter sostenere tutte le forme di vita, che si muove, che cambia sulle forme diverse, dal solido al liquido. Da questa concezione deriva il concetto di ilozoismo (dal Greco “materia vivente”), dottrina per cui il principio vitale delle cose è nelle cose stesse, le quali non hanno bisogno di nient’altro se non il loro stesso divenire. In conclusione, a prescindere dalla dottrina interessante, e sicuramente di stimolo riflessivo per tutti anche oggi, Talete è importante perché è stato il primo pensatore, che noi conosciamo, che ha cercato risposte razionali e naturalistiche a domande fondamentali alle quali gli uomini, prima di lui, avevano tentato di rispondere attraverso i miti. Dunque Talete e la scuola di Mileto hanno gettato le basi per il pensiero scientifico e filosofico in tutto il mondo occidentale.
Anna Lorenzini.