Sai, scrivere una lettera, non è facile.
I versi di una poesia, le parole di una strofa,
non fermano le traiettorie dei missili.
Sai, qui nessuno ormai ti ascolta più,
le bombe, non ti avvertono.
Mi sento fragile,
come la carta di questo foglio,
come le mura degli edifici che crollano.
La penna non può combattere contro un fucile,
sgorga sangue invece che inchiostro,
cadono lacrime al posto della punteggiatura,
i soli aggettivi a cui riesco a pensare,
sono tutti sinonimi della paura.
I bambini disegnano armi, volti che urlano,
non c’è più umanità in quei tratti colorati,
solo guerrieri e carrarmati.
Non c’è l’azzurro del cielo,
non ci sono più sorrisi, spensieratezza,
solo graffi di fumo che sporcano tutto di nero.
Sai, scrivere una lettera, non è facile.
Vorrei ti arrivasse, al soffio di un pensiero,
vorrei che la leggessi, perché tu capisca quanto, tutto questo, è vero.
Si perderà tra le macerie di una civiltà perdente,
schiacciata tra i cingoli di un blindato,
macchiata dal sangue di un soldato.
Scriverò, finché avrò una storia da raccontare,
come quelle fiabe che tanto ti piacevano,
per darmi la speranza di poterti riabbracciare.
La fuori la notte scoppia,
le vite scivolano via, tra odio, crudeltà e pazzia.
Non so se manterrò la promessa di vederti crescere,
l’amore non ferma i proiettili, non spenge il fuoco delle esplosioni,
può solo consolare, come la più bella delle canzoni.
Non ci sono note, né accordi,
solo un cielo grigio come il piombo, la polvere che si alza lenta,
e offusca la maggior parte dei miei ricordi.
Non farti mai comandare dalla politica, dalla religione,
pensa, usa la testa, perché in tutto questo,
non c’è una ragione.
Sai, scrivere una lettera, non è facile,
le bombe non ti avvertono.
Paolo Bertelli.