Riflessione
Non solo poeti! Il laboratorio per la pace è per tutti! Chi ci scrive, infatti non è una poetessa di “mestiere”, ma ha dedicato lo stesso alcuni versi ispirati alla situazione che attualmente affligge il mondo. Questa poesia è un commovente richiamo in rima alla realtà crudele delle guerre e dei conflitti, che in particolare colpiscono innocenti come bambini. Il testo evoca una sensazione di impotenza di fronte alla violenza e alla perdita, evidenziando la tragicità delle vite spezzate e dei sogni infranti. L’immagine della bambina, così fragile e vulnerabile, diventa il fulcro emotivo del testo. Il sangue sulla punta della freccia rappresenta la violenza e il dolore inflitti, mentre le parole “fai la ninna, fai la nanna” suggeriscono un tentativo di conforto disperato in un mondo che sembra sempre più privo di speranza. Il ritmo stesso della poesia è quello di una filastrocca dedicata a loro, i piccoli, mentre il verso “ma non è tanto vicina, oh poi tanto…io che c’entro?!” mette in evidenza l’atteggiamento indifferente e distaccato che molte persone adottano di fronte alle tragedie altrui, rinunciando a impegnarsi per il cambiamento, anche attraverso piccoli gesti di compassione e impegno civico. Nel nostro caso civico-poetico. Il contrasto tra la fragile innocenza della bambina e la brutalità del mondo adulto sottolinea la necessità di preservare e nutrire la purezza e l’amore nei confronti dei nostri figli e delle future generazioni, nonostante le sfide che incontriamo. Il finale aperto e suggestivo, con la bambina che vola via verso un destino sconosciuto è un messaggio di conforto e di consolazione, che invita a guardare oltre la tragedia e a immaginare un mondo migliore, anche se solo attraverso la memoria dei bambini perduti.
L.A.Filosofia
Bambina
C’è solo sangue
e ce n’è tanto,
sulla punta della freccia
che si estrae dalla ferita,
fiume rosso emorragia,
piangi piangi, bimba mia.
Fai la ninna,
fai la nanna,
che per sempre avrai due anni,
pesi meno di un agnello
e mai arriverai a vent’anni.
La tua foto scorre svelta,
è notizia maledetta,
quasi quasi dà fastidio,
a chi non vuole credere in Dio.
E così volta la pagina,
sì vabbè è un’altra guerra,
ma non è tanto vicina,
oh poi tanto…io che c’entro?!
mica mica è colpa mia!
Dormi adesso bimba bella,
ormai non c’è più spavento,
sulle spalle hai due ali
e quest’ alito di vento.
Vola in alto, vola via
che da oggi TU sarai
un po’ pure figlia mia.
Simonetta Carosi.