Riflessione di L.A.Filosofia
La poesia “L’ora dei poeti” è un appello vibrante e passionale alla comunità dei poeti, invitati a riunirsi, non solo fisicamente, ma in spirito e intento, per affrontare e dare voce alle ingiustizie e alle sofferenze del mondo. Attraverso immagini potenti e richiami alla natura — monti, mare, prati, cielo —, la poetessa estende questo invito a ogni angolo della terra, simboleggiando l’universalità della sua chiamata e della missione che intende affidare ai poeti: quella di combattere con le parole le battaglie che affliggono l’umanità. Questa poesia può essere vista come una manifestazione del credo che la poesia, e più in generale l’arte, abbia il potere non solo di riflettere ma anche di influenzare e cambiare la realtà. Armare i poeti “di penna e d’inchiostro” sottolinea la convinzione che le parole possano essere strumenti tanto potenti quanto qualsiasi arma nel combattere l’ingiustizia, nel diffondere l’amore e nella ricerca della verità. Il ripetuto invito da vari elementi e luoghi naturali non è solo una richiesta di unione fisica o spirituale, ma anche un richiamo alla responsabilità di guardare al mondo con occhi diversi: vedere la bellezza e l’armonia della natura e contrastarle con le disarmonie create dall’uomo, come la guerra e la perdita di valori. Questi contrasti servono a rafforzare l’urgenza dell’appello e la necessità di una risposta immediata. L’immagine dei poeti che lanciano “i nostri versi d’amore / s’un mondo che muore” evoca una potente immagine di resistenza e speranza. Non è solo una lotta contro le forze distruttive, ma anche un tentativo di guarire, di ricucire le ferite aperte dall’odio, dall’indifferenza e dalla divisione. Infine, la nostra poetessa, Enza Mineo, anima fine, mi permetto, chiude il cerchio, ribadendo l’invito iniziale, ma questa volta con una maggiore enfasi sulla missione collettiva dei poeti: “per dar voce / a ogni bocca che tace”. Proprio quello in cui noi crediamo, che dà senso al nostro Simposio2021, quello che stiamo facendo con la nostra iniziativa e lo stiamo facendo tutti insieme. Questa linea rafforza l’idea che la poesia debba servire a coloro che sono stati silenziati, che la vera giustizia, in un mondo segnato dalla guerra, può essere raggiunta solo quando ogni voce avrà la possibilità di essere ascoltata. In questo, “L’ora dei poeti” non è solo una riflessione sulla capacità della poesia di incitare al cambiamento, ma anche un richiamo all’azione per coloro che hanno il potere di far risuonare le parole nel silenzio opprimente dell’ingiustizia. Enza ha scritto questa poesia tempo fa, prima di essere nel circolo, prima di conoscerci e prima del nostro “Io non ci sto!”. Le anime affini, ho sempre creduto, in qualche modo si ritrovano.
L.A.Filosofia – Anna Lorenzini
L’ORA DEI POETI
Vi chiamo a raccolta poeti
armati di penna
e d’inchiostro.
Vi chiamo dai monti,
lanceremo da lì
i nostri versi d’amore
s’un mondo che muore.
Vi chiamo dal mare,
dai prati vi chiamo,
da lì soffieremo sul mondo
la verità ch’abbisogna.
Vi chiamo dal cielo,
da lì canteremo coi salmi
s’un mondo ch’è perso,
per lui pregheremo.
Vi chiamo, poeti,
da ogni città della terra,
da lì scriveremo
che giustizia non c’è
se c’è guerra.
Vi chiamo a raccolta poeti
armati di penna e d’inchiostro
per dar voce
a ogni bocca che tace.
Vi chiamo a raccolta poeti
armati di penna
e d’inchiostro.
Vi chiamo dai monti,
lanceremo da lì
i nostri versi d’amore
s’un mondo che muore.
Vi chiamo dal mare,
dai prati vi chiamo,
da lì soffieremo sul mondo
la verità ch’abbisogna.
Vi chiamo dal cielo,
da lì canteremo coi salmi
s’un mondo ch’è perso,
per lui pregheremo.
Vi chiamo, poeti,
da ogni città della terra,
da lì scriveremo
che giustizia non c’è
se c’è guerra.
Vi chiamo a raccolta poeti
armati di penna e d’inchiostro
per dar voce
a ogni bocca che tace.
Enza Mineo