Giusto in tempo
Lui fu il faro nella notte in cui mi rifugiai, dopo giorni di incessante caos nella mia vita. Nei giorni avvenire sembrò molto di più, ai miei occhi parve l’isola felice su cui sognavo di rimanere per sempre. Nessuno era così importante da distrarmi da ciò che stavo vivendo, né famiglia, né amici, né lavoro, ero abbagliata da lui e dal modo in cui rendeva il nostro rapporto impenetrabile a tutto il resto.
“Non rispondere al telefono” suggeriva abbracciandomi, “saremo solo io e te” sussurrava guardandomi, non “richiamare nessuno” consigliava poi allontanandosi.
Avevo la mia isola e mi sentivo protetta.
Ma nessuna isola deve essere così lontana dalla terra ferma da non farne sentire il richiamo.
Quando tutto il caos scomparve, portando via con sé anche le persone, mi accorsi di essere su un terreno che galleggiando si allontanava, dirigendosi verso il mare aperto.
Feci giusto in tempo a voltarmi indietro e a scorgere nella nebbia le sagome dei miei cari, essi mi attendevano ancora. Mi tuffai per nuotare verso la terra che ben conoscevo. Ci volle del tempo ma tutti alla fine mi riabbracciarono.
Abbandonai un’isola che esisteva grazie ad un flebile riflesso di felicità.
Feci giusto in tempo ad abbandonare l’isola della solitudine.
Gianluca Fratini.