Skip to content
Benvenuto
  • CHI SIAMO.
  • Contatti
  • Cookie Policy

L.A.Filosofia

SIMPOSIO2021

  • SIMPOSIO2021
    • Calendario dell’avvento… Del Simposio2021
    • Simposio2021
    • (all)Amo i libri!
    • Recensioni
    • Fautore D’Autore
    • Contest
  • FILOSOFIA
    • L.A.Filosofia a cura di A. Lorenzini
      • La lavagna filosofica
      • Caffè filosofico
      • Antropologia filosofica
  • LETTERATURA
    • Scrittura a cura di F.Valerio
      • Un giorno lento
      • Doltish dirt cheap
    • Racconti
    • Pensieri sparsi
    • Giovani scrittori
  • POESIA
    • Pensieri in versi di F. Valerio
    • L.A.Poesia raccolta di Anna Lorenzini
  • PEDAGOGIA
    • Educazione in rete a cura di C. Brasacchio
  • L.A.Storia
    • La lavagna storica
  • MUSICA
    • Musica
    • Le BioIndie
  • Scienze motorie e sport
  • CONSULENZA
    • Consulenza Filosofica
    • Consulenza pedagogica
FILOSOFIA / Simposio2021

Dalle tribù arabe alla nascita dell’Islam: sunto.

- 12/03/2022 | 26/04/2022 - SIMPOSIO2021

Di Daniele Da Prato.

Molti, se non quasi tutti, pensano che gli Arabi siano un popolo venuto dal niente, all’improvviso, come se il giorno prima si facessero i fatti loro e il giorno dopo volessero conquistare il mondo. Non c’è falsità storica più grande!
Gli Arabi erano tribù che abitavano il deserto, I Beduini erano veri e propri clan a carattere patriarcale, praticamente sempre in guerra tra loro, soprattutto per il possesso delle zone in cui vi era acqua. Facevano tregue solo per commerciare, ma spesso durante le trattative se non si raggiungevano accordi era proprio lì che potevano nascere scontri.
I Romani conoscevano bene l’Arabia, soprattutto il Regno di Nabatea, loro Stato vassallo fin dal 60 a.C., e decisero nel II secolo d.C. sotto l’Imperatore Traiano, di porre fine a quel Regno per farne una Provincia Romana, l’Arabia Petrea, 105-106 d.C., con capitale Petra, retta da un legatus Augusti protempore.
Più a sud vi era ancora tanta parte della regione araba, ma i Romani non vi si spinsero, e quindi lì i Beduini continuarono “tranquillamente” le loro guerre e i loro commerci senza influenza esterna alcuna.

C’era solo un posto dove i Beduini vivevano in pace, nella Kaaba (Ka’ab) a La Mecca, un luogo sacro, al tempo pagano, dove si adoravano varie divinità. Qui le diverse Tribù entravano in una sorta di “spiazzo” dove vigeva l’obbligo di essere disarmati, tassativamente, ciò favoriva i commerci. Difatti non potendo nascere scontri armati le trattative erano molto più facili, inoltre ci si rifocillava e si attirava molti pellegrini, questo facilitava maggiormente il commercio, quindi c’era un forte interesse economico oltre al lato religioso. Difatti vi giungevano molti popoli delle religioni più svariate, in primis Cristiani, Ebrei e popoli Arabi che praticavano l’Animismo.

E’ più o meno in questo contesto, a La Mecca, che nel 570 d.C. circa nasce Maometto. (Abū l-Qāsim Muḥammad ibn ʿAbd Allāh ibn ʿAbd al-Muṭṭalib al-Hāshimī – أبو ﺍﻟﻘﺎﺳﻢ محمد بن عبد الله بن عبد ﺍﻟﻤﻄﻠﺐ ﺍﻟﻬﺎﺷﻤﻲ)

Maometto ebbe un’infanzia non facile, i genitori decisero di allontanarlo quando era bambino e inviarlo allo zio Abū ʿUmāra (Ḥamza ibn ʿAbd al-Muṭṭalib, al-Hāshimī al-Qurashī – حمزة بن عبد المطلب الهاشمي القرشي‎), un Capo Tribù.
Maometto dimostrerà subito di essere una persona con grande acume intellettuale, molto innovativo come pensiero. Imparerà comunque, e bene, l’arte della guerra dallo zio, era fondamentale nel contesto sociale in cui viveva, fatto di Tribù Beduine in continua guerra tra loro con alleanze mai stabili.
Maometto nonostante tutto predica la pace, vorrebbe un popolo che non si fa continuamente la guerra, crescendo sviluppa e matura sempre più questo pensiero. Sposerà Khadija bint Khuwaylid (Il nome significa: Figlia nata prematura), che starà sempre al suo fianco, oltre che moglie sarà anche consigliera e c’è chi sostiene anche in un certo senso mentore del Profeta.

Il primo episodio che rende noto Maometto nella Storia è quello del dilemma del riposizionamento della Pietra Nera.
La Pietra Nera (al-ḥajar al-aswad – الحجر الأسود‎) nel Corano sarebbe l’ultimo reperto della “Casa Antica” (al-Bayt al-ʿatīq), fatta calare da Allah direttamente dal Paradiso sulla Terra, andata interamente distrutta dal Diluvio Universale. Per l’Islam, la Pietra Nera fu messa in salvo da Noè – profeta noto all’Islam arabo col nome di Nūḥ – all’interno di una caverna nei pressi di La Mecca e da lì l’oggetto sarebbe stato recuperato da Abramo (profeta anch’egli, chiamato Ibrāhīm) nel momento in cui questi, con l’aiuto del figlio Ismāʿīl (Ismaele), avrebbe dato inizio ai lavori della nuova Kaʿba.
Difatti la Pietra Nera andava riposizionata nella Kaaba, ma vi erano sempre tumulti per chi dovesse farlo tra i principali Capi Tribù, Maometto ebbe l’idea di far porre la Pietra nel centro di un tappeto e farla sollevare e posizionare dai quattro principali Capi, che reggevano ognuno un’estremità del manufatto. Fu un gesto molto apprezzato che valse a Maometto il primo soprannome degno di nota, che gli porterà inoltre molto prestigio: Al Amin (Al-Amīn – ﺍلاﻣﻴﻦ): l’Affidabile.

La svolta vera e propria però si ha nel 610 d.C., Maometto dichiara di aver avuto una visione: L’Arcangelo Gabriele gli appare dicendo queste parole: «(1) Leggi, in nome del tuo Signore, che ha creato, (2) ha creato l’uomo da un grumo di sangue! (3) Leggi! Ché il tuo Signore è il Generosissimo, (4) Colui che ha insegnato l’uso del calamo, (5) ha insegnato all’uomo quello che non sapeva» ( Sura 96:1-5. Salvo l’imperativo iniziale)

Turbato da quell’evento, Maometto pensò addirittura di essere perseguitato dai Jinn, esseri di stampo angelico, spesso a contatto con gli uomini aventi caratteristiche malvagie, e di essere impazzito: in Arabo la parola “impazzito” è espressa con il termine Majnun, che letteralmente significa appunto: “Catturato dai Jinn”.
Riferì che sentiva gli alberi e altri elementi della natura dialogare con lui e molti altri fenomeni mistici.
Trascrisse il Corano, vedremo il perché di questo termine, libro sacro tutt’oggi dell’Islam (Islam significa “Sottomissione”) e dei Musulmani (Sottomessi a Dio), ma attenzione, non si deve dire che è un libro scritto da Maometto, egli è solo la mano di Allah, che tramite lui ha dettato il suo volere.
Il Corano è formato da 114 “Sure”, ogni versetto si chiama “Ayat” (Traducibile con Segni o Prodigi). Non è scritto in ordine cronologico bensì dalla Sura più lunga a quella più breve. Il titolo della Sura normalmente riguarda l’evento, o uno degli eventi fondamentali, che andrà a trattare, i Musulmani Sciiti hanno aggiunto una Sura e qualche Ayat, però magari scriverò se vorrete un articolo a parte sulla struttura del Corano, qui ho delineato la scheletratura per rendere l’idea.

Adesso preciso, devo fare molti “stacchi” altrimenti l’articolo diventa lunghissimo, quindi farò un salto temporale andando all’anno 619 d.C.

Maometto continuava a predicare: Vi è un solo Dio! Un solo popolo!
Quindi voleva l’unione di tutti le genti sotto un’unica religione, basta guerre bisognava vivere in pace e, nonostante fosse benestante, predicava un’equità sociale, i poveri non dovevano esistere, tutti dovevano avere una vita dignitosa, perché questo è ciò che Allah voleva.
Ha un gran seguito non si può negare, però cominciano dei tumulti per varie questioni: In primis questa equità sociale danneggiava in un certo senso il commercio delle varie tribù, che si vedevano costrette a far voti caritatevoli e a rimetterci dal punto di vista economico. Non poi tanto meno importante è però il punto di vista religioso: pensate agli Animisti Arabi che si sentivano predicare che il loro corpo sepolto, putrefatto, sarebbe risorto ad altra vita, per volere di un unico Dio, staccando quindi l’anima dagli elementi della terra, Inaccettabile per loro!
Le Tribù chiedono allo zio di Maometto di consegnargli il nipote, egli si rifiuta, sarebbe significato condannarlo a morte, ma nell'”Anno del Dolore”, 619 d.C., muoiono sia lo zio del Profeta che la moglie Khajira.
Oltre al dolore c’è il cambio degli equilibri, lo zio potente Capo Tribù non può più proteggerlo, non si era mai islamizzato ma lo aveva sempre tenuto sotto la sua ala protettiva, Maometto e i suoi seguaci adesso si trovano di contro praticamente tutte i clan, di certo i più potenti, deve fuggire, si reca a Yathrib (Medina). Nel 622 d.C. del calendario Cristiano si ha l’anno 0 di quello Musulmano: L’Egira di Maometto. (Egira significa “Emigrazione” ma si può tradurre anche semplicemente come “Fuga”

I l Rasul (Messaggero di Dio) si trova braccato, un “esercito” di circa un migliaio di uomini lo segue per porre fine alla sua vita e alla sua, per loro, pericolosa dottrina religiosa. Maometto, abbiamo fonti storiche abbastanza certe, contava su un manipolo di 313 uomini, per lo più dopotutto molti erano vecchi e bambini, ma decide di combattere, uno scontro impari ma per lui Dio è dalla sua parte.
E’ il 624 d.C. quando i Meccani, gli abitanti de La Mecca, attaccano gli Islamici di Medina, lo scontro è sanguinoso, ma Maometto ha dalla sua un’arma potentissima, la Religione. Se infatti i Meccani combattevano per lo più per interessi, consapevoli che una volta sconfitto Maometto sarebbero tornati a farsi guerra tra loro per pozzi d’acqua ecc., gli Islamici hanno dalla loro parte Dio, sono sostenuti da qualcosa che va al di là di ogni forza umana. Inoltre la “Parola” di Maometto si diffonde, questa nuova religione piace, si convertono anche Cristiani ed Ebrei, l’ago della bilancia cambia, dopo 6 anni di dure battaglie, soprattutto ve ne furono tre sanguinose, Maometto conta su un esercito preparato e agguerrito di 10.000 uomini. Nel 630 d.C. Maometto assedia La Mecca e dopo qualche mese la conquista.

Ora chi non conosce bene l’Islam si potrebbe, e uso il condizionale, immaginare una serie di vendette, processi sommari, o magari persone giustiziate senza nemmeno questa inutile prassi, nulla di tutto ciò!
Maometto abbraccia fisicamente e spiritualmente i suoi avversari, non sarà versato sangue, ne era stato già versato troppo, quelli che furono suoi rivali in guerra diventano suoi fratelli. Maometto non perseguita gli idolatri, bensì distrugge gli idoli, vero sì che inizialmente per quelli che praticavano il culto preislamico fu uno shock, ma in breve tempo questa religione plasmò un popolo, lo unì per credo, per storia e per contesto sociale.

l’Impero Arabo nel tempo si estese nella Persia Sasanide, Israele, Turchia, Siria, la parte mediterranea dell’Africa, anche allungandosi verso sud di essa, arrivando persino in Europa, nella Penisola Iberica per l’esattezza, e in altri territori.
Per farla breve un grandissimo Impero che col tempo divenne più vasto di quello Romano.
Molti pensano che gli Arabi soggiogassero i vari popoli conquistati, li schiavizzassero e islamizzassero, questo se non è del tutto falso quantomeno non è sempre vero! Gli Arabi non ebbero mai la mano pesante, spesso rispettavano le strutture politiche e civiche dei popoli conquistati, a volte senza guerreggiare, perché le genti erano solamente stanche dei “vecchi” dominatori e vedevano negli Arabi una novità, eppur vero che non avrebbero potuto combatterli, però spesso preferirono non difendere i loro antichi padroni agevolando i nuovi giunti.
Portarono innovazioni importanti: Il grano nel mediterraneo, una grande ristrutturazione degli acquedotti che favorì l’accesso continuo ad acqua pulita e facilitò l’irrigazione dei campi e quindi il fiorire dei raccolti, la loro matematica, vedi i numeri arabi, e molte altre cose positive.
Pensate, dal punto di vista religioso, che la Basilica di san Giovanni in Siria, era divisa con i Cristiani, ovvero dopo che conquistarono tutta la Siria gli Arabi adibirono a Moschea la Basilica, ma lasciarono uno spazio ai Cristiani perché vi potessero fare le loro funzioni religiose la domenica.

Maometto però non vide tutto questo, difatti morì solo 2 anni dopo la conquista de La Mecca, nel 632 d.C. a Medina.

Vi furono prima dell’Egira alcuni scontri religiosi soprattutto con gli Ebrei, oltre agli Arabi non islamizzati, che portarono anche a schermaglie armate e “condanne capitali” da una parte e dall’altra, ma bisogna pur considerare che Maometto era un bersaglio, doveva essere eliminato, si doveva anche difendere, con questo non voglio dire che non possa aver commesso ingiustizie, e uso nuovamente il condizionale. Aggiungo quest’ultima questione la tratto dal punto di vista Storico e non Teologico. Non si deve inoltre fare l’errore di paragonare la figura di Maometto a quella del Cristo, due missioni diverse. Il primo innanzitutto per l’Islam era un uomo, che doveva diffondere la parola di Allah e islamizzare i popoli, era il Rasul, questo era il suo compito; il secondo per il Cristianesimo era il Figlio di Dio, il Dio Incarnato, vero Uomo e vero Dio, un Messia Divino venuto sulla terra per dare un messaggio, ripudiando ogni tipo di violenza sapendo che il suo compito era morire per distruggere il peccato e risorgere per salvare l’umanità dal peccato, per essere innalzato! Ai cristiani piace il simbolo della croce innalzata da terra dai centurioni verso l’alto come simbolo di elevazione spirituale, inoltre l’essere sospeso tra il cielo e la terra, in aria diciamo, su una croce, teologicamente prese il significato di mediatore tra la gente e Dio.

Come mai ci furono le Crociate? L’Inquisizione? E “il” Jihad? (Quest’ultima parola significa “Sforzo” verso il raggiungimento di uno scopo)

Si dovrebbe fare un’enciclopedia per rispondere, ho già fatto un articolo molto lungo, ma la risposta può essere anche semplice: Prendere un messaggio di un Messia/Profeta, essendo abili oratori, sfruttando magari ambizioni o ingiustizie sociali, plagiando le menti e distorcendo i significati originari dei fondamenti di una Religione a quanto pare non si è verificato impossibile, per molti nemmeno poi così difficile. Poi questo è un articolo di divulgazione Storico-Teologico, ognuno ha il diritto di farsi un’idea propria, inoltre la Teologia è a tutti gli effetti una Metafisica, quindi spesso frutto di svariate interpretazioni diverse. Non da meno è il fatto che della Storia sappiamo meno di quanto pensiamo di sapere, soprattutto di quella antica. (Dic. Alessandro Barbero)
Le fonti di questo articolo sono i miei studi, e una molto più valida, un docu-video del Professor Alessandro Barbero, sostenuto anche da illustri storici e teologi di fama internazionale.

Daniele Da Prato.

  • Instagram

https://ilsalottoletterarioddp.blogspot.com

Navigazione articoli

Senti chi parla?
Appassire e due girasoli di Galeffi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli recenti

  • Sta scrivendo… di @_gadro_
  • Intervista a Marco Corsa
  • Recensione “Un giorno lento” di libri_e_che_passione88
  • Intervista a Maria Cantarutti
  • Intervista a Veronikque Luce
  • CHI SIAMO.
  • Contatti
  • Cookie Policy

powered by XBlog Plus WordPress Theme