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Recensioni

Il secondo prima di morire di Jane Fade Merrick

- 03/10/2022 - Fabio Valerio

Sono mesi che parlo da solo, pensando a cosa scrivere su questo libro.
Sai quando ti capita di incappare in un argomento che non conosci, che sembra interessante, e per il quale ti metti in ascolto? Ecco, è stato così. Solo che chi me lo spiegava ero io stesso. E poi ci rimango quando mi dicono che so’ strano…
Comunque sì, dicevo, sono mesi che ci rimugino su.
E ho capito che scrivere qualcosa al riguardo sarebbe stato come invadere un territorio sconosciuto, come scavalcare il muro che ti separa dal vicino, come entrare in camera da letto di uno sconosciuto e rovistare tra i calzini.
Perché questa non è una storia. Questo è un riversare un vissuto personalissimo, su foglio.
E chi sono io per giudicare il vissuto di un’altra persona?

Ci sono arrivato dopo aver fatto betare un racconto/romanzo che ho scritto e per il quale ho ricevuto diverse critiche. Utilissime, per arrivare a vendere, per carità. Ma in quella che sembrava una storia, appunto un racconto, ho in realtà sciorinato una mia parte intima. E tu, che non mi conosci, che non conosci il mio vissuto, quello che provo, quello che sento, come riesci a giudicare il modo che ho di esporlo? Come puoi dire che un passaggio sarebbe meglio evitarlo, che un persona reale non si comporterebbe così?
È come dire che quello che provo sia sbagliato, che alcune parti dei miei sentimenti siano superflue, che un quarantenne non dovrebbe comportarsi in quel modo.

Quando si legge un libro, un racconto, una poesia o qualsiasi altra opera scritta, ci si dovrebbe sempre rendere conto di star giudicando non tanto l’espressività dello scrittore, quanto ciò che prova. Può essere infantile, immaturo, confuso, incoerente, ma questo non vuol dire che sia sbagliato.
Sono sbagli gli errori d’ortografia, di punteggiatura, si può sbagliare un tempo verbale, ma non si può giudicare sbagliato un sentimento.
Sarebbe come giudicare tutto il resto del mondo che la pensa diversamente, che ha tradizioni diverse.

Giudicare i sentimenti dell’altro equivale a giudicare la diversità.
Non si è razzisti notando la diversità, lo si è giudicandola.
E io, questa breve opera, nella quale mi sono rivisto e per la quale mi sono commosso, non mi sento di giudicarla.
Mi è piaciuta? Certo. Vi basti questo.

di Fabio Valerio

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