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L.A.Storia / Simposio2021

Le cause che hanno portato alla Guerra Civile Americana.

- 16/03/2022 | 18/03/2022 - SIMPOSIO2021

Washington, 14 aprile 1965, sono passati cinque giorni circa da quando l’esercito sudista ha capitolato ad Appomatox, il presedente Abramo Lincoln è a teatro a vedere una commedia. Nel luogo entra il più grande attore teatrale americano, John Wilkes Booth il “più bello d’America” lo chiamavano. Da sempre odia Lincoln ed è un dichiarato sostenitore dello schiavismo. Nessuno lo controlla, a quei tempi tali personaggi non erano soggetti a controlli da parte dell’autorità, si avvicina al presidente e gli spara un colpo alla nuca, cercano di fermarlo ma lui pugnala anche una guardia del presidente e fugge, inseguito dalla cavalleria americana verrà ucciso in uno scontro a fuoco, Lincoln però muore giorni dopo in ospedale.
Bene stavolta non sono partito dall’inizio per narrarvi i motivi dello scoppio della Guerra di Secessione Americana ma dalla fine, ma da adesso in questo articolo mi soffermerò sulle motivazioni che hanno portato a questa guerra, non sullo scontro bellico in sé, non essendo esperto di Storia Militare.

Partiamo prima per da alcune cifre e note: la Guerra Civile costò all’America seicentomila morti, un’ecatombe spaventosa! Una guerra che comincia con la presidenza Lincoln appunto, eletto con il Partito Repubblicano, con una maggioranza relativa, il 40%. Ma in alcuni stati del sud non prende nemmeno un voto, abbiamo quindi un paese spaccato. Ma le radici della guerra sono molto più profonde, nel paese si confrontavano due modelli di sviluppo e di economia contrapposti, ma con politici, intellettuali e ideologi che credevano fortemente nelle loro cause: Il nord industriale contro il sud agricolo costituito dai grandi proprietari terrieri, dalla monocoltura del cotone e da una manodopera esclusivamente schiavista.
Per avere un quadro dell’America di inizio ottocento è importante sapere che è un paese con 33 milioni di abitanti, più popoloso dell’Inghilterra e poco meno abitato della Francia, questi due Stati all’epoca erano le “superpotenze” europee che si spartivano il mondo, vasti imperi coloniali. Vi sono 4,5 milioni di schiavi, di cui 4 solo al sud. Al nord inoltre gli operai guadagnano meglio che in Europa, hanno un potere salariale più forte, questo spinge alle migrazioni europee verso il nuovo continente, inizialmente soprattutto da Germania, Polonia e Italia. Nel 1860 in America ci sono 53.000 km di ferrovie funzionanti, senza contare quelle in cantiere, pensate che in Italia alla stessa data ve ne sono 1800. E’ una società democratica, si adotta il Suffragio Universale Maschile, cosa inesistente in Europa, inoltre vi è già un forte movimento femminile per il diritto di voto alle donne. Il tasso di alfabetizzazione è altissimo, il 90% dei bianchi sa leggere, nello stesso periodo in Italia questa cifra è del 20%, questo significa che praticamente tutta la gente politicamente attiva sa leggere, può consultare i giornali, i quotidiani, cosa fondamentale per coscientizzarsi.
Inoltre le disuguaglianze tra ricchi e poveri sono meno accentuate che in Europa, anche se tendenzialmente i più ricchi sono al nord, considerate che invece oggi gli Stati Uniti sono il paese con il dislivello maggiore al mondo tra ricchi e poveri, anche se l’Italia, purtroppo per noi, si avvia a raggiungerlo in questo primato non certo invidiabile.

Il sud, grazie a una forza lavoro degli schiavi e al suo commercio di cotone, appunto oramai monocoltura, con l’Inghilterra che importava tantissimo di questo materiale, è straricco a ridosso della guerra!
C’è da dire però che nella prima metà dell’ottocento, fino agli anni a ridosso della Guerra Civile, essendo un’economia ferma, che non muta, sembra destinata a soccombere a quella del nord, che invece è in continua evoluzione. Eppur il sud ha diretto politicamente l’America fino alla metà del secolo ‘800, l’élite dei grandi proprietari terrieri ha dominato la politica della nazione, prima di Lincoln, su sedici presidenti, nove erano sudisti, di cui otto proprietari di schiavi, inoltre non vi erano più solo nord e sud, ma vi era anche un altro soggetto geopolitico: il mid west.

Il quadro sociopolitico dell’America prima della Guerra Civile è il seguente: Un nord industriale, commerciale, in continuo sviluppo, capitalista; un sud agricolo, con lo schiavismo e la monocoltura, che già cominciava ad essere dipendente dal nord, difatti si doveva servire dei suoi grandi porti, in primis New York e Boston per esportare in Europa; abbiamo poi appunto il mid west, una società individualista e contadina che per molto tempo sarà alleato con il sud, a causa dell’interesse comune per l’agricoltura. L’America inoltre era ancora da colonizzare, vi erano vasti territori liberi, c’erano i Nativi ma questo, ahimè, per gli affaristi bianchi era totalmente cosa futile. La guerra contro il Messico del 1848, che vide la vittoria dell’America contro il generale Santa Anna, conclusasi con il Trattato di Guadalupe Hidalgo, serviva per avere nuovi territori, nuovo profitto, nel Texas, conquistato dagli americani, fu reintrodotta la schiavitù che i messicani avevano abolito, cosa che andava a favore del sud agricolo e schiavista, guidato politicamente dal Partito Democratico, che non a caso spinse affinché si facesse questa guerra.

Uno scenario importante, che crea forte tensione politica, lo abbiamo quando il nord industrializzato, pone i dazi per l’importazione, a loro conveniva, ma al sud no, difatti molto probabilmente l’Inghilterra avrebbe risposto con altri dazi ma sull’importazione dall’America ovviamente, il sud che viveva di esportazione verso questo paese ne avrebbe ricavato un grande danno economico, dal punto di vista politico iniziano forti frizioni e da questo episodio si comincia ad avere una forte spaccatura politica.
Gli stati del sud adottano la politica dell’ Adesione Volontaria, ovvero l’America non è una nazione unita, ma singoli Stati che hanno aderito volontariamente e che quindi non sono obbligati a rispettare le leggi federali di Washington. Nel 1832 avviene il primo caso che suscita un forte impatto politico, dopo che Washington decreta una legge che impone nuovi dazi doganali, accade che il South Carolina ritenga tale atto nullo, non la rispetta, dichiara apertamente la legge invalidata, si parla di Nullificazione.

Cosa sono davvero gli Stati Uniti? Una nazione o un insieme di Stati aggregati per interesse ma dove ogni membro è sovrano? Importante il ruolo del senatore eletto proprio nello Stato in questione John C. Calhoun che dichiara: “Noi non siamo una nazione, ma un’Unione, una Confederazione di Stati sovrani e uguali, noi non siamo una nazione, l’Inghilterra lo è!”
Ovviamente questa visione nel 1800 va contro la visione storica globale del momento, molti Stati lottavano per avere un’identità nazionale, il nostro paese era tra questi, ma la cosa più importante è che il nord non ci sta, l’America è una nazione a tutti gli effetti, per Washington le leggi federali hanno la precedenza su quelle dei singoli Stati.

Dobbiamo segnalare anche un cambio di equilibrio geopolitico che andrà a discapito del sud: i coloni del mid west continueranno a spingersi sempre più verso ovest, adesso si può cominciare a parlare di far west, e l’alleanza con gli Stati meridionali traballa. Su questo ritorneremo, sottolineiamo adesso la politica che ha permesso all’America di espandersi: se in un territorio vasto c’erano migliaia di individui bianchi, per le norme americane, si poteva costituire un Territorio degli Stati Uniti, una tappa intermedia, dopo qualche anno se la popolazione aumentava, allora si poteva costituire un vero e proprio Stato. Come già detto fu con questo sistema che l’America si espansero, pensate che inizialmente gli Stati che si ribellarono all’Inghilterra furono tredici, e tante erano le stelle sulla bandiera, oggi l’America ha cinquanta Stati e , appunto, cinquanta stelle sul vessillo nazionale. Bisogna ricordare inoltre una cosa fondamentale: il nord aveva abolito la schiavitù, il sud basava la sua economia su di essa, i nuovi territori avrebbero scelto la schiavitù legale o l’avrebbero proibita? Se nei nuovi Stati fosse stata illegale solo i contadini del nord sarebbero potuti andare nei nuovi territori, se la schiavitù fosse stata legale la élite del sud avrebbe potuto espandersi grazie allo sfruttamento degli schiavi. Qui si gioca una partita cruciale, e la si gioca a Washington! Un sistema politico fenomenale americano, da sempre, è il Senato: esso era rappresentato da due senatori per ogni Stato, non importava la grandezza e la popolazione di esso, sempre due rappresentanti erano, tutt’oggi è così. Quindi se si avevano più rappresentanti, si poteva decidere la politica americana, ovvero la questione più spinosa: schiavi sì o schiavi no? Nasce una vera e propria disputa, perché ovviamente ogni parte vuole i due membri da portare a Washington. Il primo caso emblematico è quello del Missouri, una forte campagna infervora per decidere se applicare o meno la schiavitù, alla fine vincono i sudisti, lo Stato decide di applicarla. Ma con un abile manovra politica il nord “ritaglia” un pezzo del Massachusetts e nasce lo Stato del Maine, dove invece la schiavitù verrà vietata. Come potete vedere una inziale vittoria del sud, due senatori del Missouri a Washington, è compensata dal Maine, che da due rappresentanti agli Stati del nord.

Nel 1846 a Washington già si sa che una guerra a questo punto sarà difficilmente evitabile, per gli Stati settentrionali è scontato anche la loro vittoria, si consideravano troppo più popolati, industrializzati, militarmente più forti, non pensavano affatto di perdere, e la Storia gli darà ragione in effetti, ma si discute su una questione: quando il nord avrà vinto, negli Stati sudisti si lascerà o meno la schiavitù? Il sud, in questo periodo tornato fortissimo economicamente, invece non crede di perdere una eventuale guerra e si fa sentire attraverso la voce del senatore della Georgia, Robert Toombs, che dichiara davanti al “Dio Vivente”, sue testuali parole, in senato che se il nord avesse vietato la schiavitù nel Texas e nel New Mexico lui avrebbe avallato la secessione.
Come al solito si creano compromessi, come abbiamo visto il Texas sarà schiavista, in cambio il nord avrà un New England senza schiavitù, la California per adesso rimarrà in sospeso, si deciderà in seguito.

Ma adesso si ha la svolta di cui parlavamo prima, l’ovest non ha più interesse a essere alleato con il sud. Si sta espandendo, ha piccoli proprietari terrieri, un’economia che non è basata sugli schiavi, inoltre le ferrovie, che avevano la maggiore tratta da est a ovest, favoriscono gli scambi con il nord, dove arrivano soprattutto grano e carne; i coloni dell’ovest avevano bisogno delle macchine agricole per lavorare con meno fatica e più velocemente e queste le producevano al nord, perché avrebbero dovuto rimanere politicamente legati al sud?
Ma come mai il nord era contro la schiavitù? Filantropia? Ovvio c’era un dibattito etico sulla questione, la schiavitù cominciava a essere vista, giustamente, come disumana, alcuni cristiani, poiché vedremo che altri sostenevano l’esatto contrario, affermavano che andava contro le leggi di Dio, che voleva l’eguaglianza tra tutti gli uomini. Ma in quel momento storico la ragione è un’altra: I lavoratori portuali, le vari classi operaie del nord, non accettavano più il modello schiavista, lo vedevano come una “concorrenza sleale”, veniva azzerato il loro potere salariale, la paura del nord, fondata, era di una rivolta che avrebbe portato destabilizzazione ma anche rischio, in caso di non abolizione o il ripristino di essa, della loro vita che sarebbe stata in pericolo, vedendosi privati del potere salariale gli operai avrebbero potuto fare ritorsioni anche contro i padroni, in un sistema in continua evoluzione, con uno sviluppo economico di stampo capitalistico, la schiavitù era obsoleta e non conveniente per nessuno quindi. Non vi erano perciò tra i potenti motivi filantropici, bensì strettamente legati all’economia, all’ordine e alla loro sicurezza, anche ciò aveva portato il nord ad abolire la schiavitù. Infatti molti Stati nordisti mantenevano grandissime restrizioni verso le persone di colore, negavano il diritto di voto, i matrimoni misti, addirittura l’Illinois, lo Stato di Lincoln, vietava l’accesso alle persone di colore, quelle che c’erano oramai non potevano essere cacciate, ma non ne volevano altre.

D’altro canto, a inizio ottocento, che la schiavitù fosse un sistema che andava prima o poi superato lo sosteneva anche il presidente Thomas Jefferson, sudista, che abolì la Tratta degli schiavi, non si potevano più acquistare ma sfruttare solo quelle che si avevano e la loro prole ovviamente, questo perché anche lui aveva visto, a inizio ottocento attenzione, che tale sistema economico, seppur gradualmente, doveva cessare.
Il sud comincia a interrogarsi, il divario con il nord diventa sempre più palese, abolire la schiavitù è un passo molto forte, danno incalcolabile all’economia, però si ha una visione pessimista, il nord è più avanzato e avrà la meglio, ripeto all’infinito questa è la visione dei primi dell’ottocento, le cose come abbiamo accennato cambieranno. Gli Stati meridionali però sono profondamente razzisti e troppo legati all’agricoltura, se la schiavitù fosse stata abolita non c’era solo il mastodontico problema economico, ma anche quello sociopolitico, i neri con i bianchi per loro non potevano convivere, addirittura si ipotizzò un rimpatrio di massa di essi in Africa e in parte tale progetto venne attuato: associazioni caritatevoli, fa ribrezzo ma si chiamavano così, di stampo cristiano, raccolsero fondi per riportare i neri liberi nei loro paesi, comprarono un vasto appezzamento di terra in Africa e lì vennero trasferiti un buon numero di ex schiavi, lo Stato dopo alcuni anni diverrà indipendente e si chiamerà non a caso Liberia, una nazione che esiste ancora oggi come sapete, ma pensare ad un rimpatrio di quattro milioni di schiavi, come detto tanti erano nel sud, era impensabile, sia per fattori economici ma anche logistici.
Inoltre negli anni che vanno 1850 al 1860, cioè fino ad un anno prima della Guerra Civile, questa idea che il sistema agricolo schiavista fosse inferiore a quello industriale nordista sparì completamente, grazie al boom economico dovuto alla rivoluzione industriale che richiedeva esportazione di quantità immense di cotone e fruttuosi guadagni.
Il sud non vedeva alternativa all’agricoltura, salì anche il prezzo degli schiavi, uno schiavo arrivo a costare 1000 $, in un epoca in cui un bracciante guadagnava 8 $ al mese, inoltre nei porti di New York e Boston continuava la Tratta clandestina, e anche i contrabbandieri del nord facevano soldi con la vendita illegale di schiavi ai sudisti.

In contrapposizione alla politica conservatrice e schiavista del sud, al nord nasce la corrente dell’Abolizionismo, movimento filantropo e religioso che voleva gli schiavi liberi, in quanto tutti uguali davanti a Dio, senza risarcimenti, siamo nella patria della proprietà privata, uno schiavo era un bene, pensate chi ne aveva tantissimi e si vedeva approvare una legge che la vietava, che imponeva di liberare gli schiavi senza dare un dollaro di risarcimento ai grandi proprietari terrieri.
A causa di questo movimento si fa ancora più forte che mai al sud la difesa dello schiavismo, molti politici, intellettuali e cristiani, come vi avevo anticipato, in opposizione agli abolizionisti, sosterranno che invece la schiavitù è scritta addirittura nella Bibbia, è quindi aveva soprattutto un valore religioso. Descrivono una vita degli schiavi paradossale e inverosimile, ovvero felici, paghi, contenti poiché non gli manca niente. Non manca la matrice razzista però: sono esseri inferiori, non si possono civilizzare, che potrebbero mai fare da liberi? Gli Stati del sud, paradossalmente, si ritengono democratici, nessun bianco farebbe mai certi tipi di lavori, quindi devono farli gli schiavi, sostenendo sempre che essi essendo esseri inferiori non avrebbero potuto gestirsi autonomamente.

Breve parantesi, ciò che spaventava tutta l’America sia chiaro, era anche la dottrina marxista del Comunismo, nata nel 1848, che sosteneva appunto la lotta di classe.

Ma riprendiamo il discorso principale: rimandare i neri in Africa tra Animisti e Pagani sarebbe stato “ingiusto”, gli Stati sudisti li avevano da un certo punto di vista anche emancipati. Ripeto ovviamente che questa teoria, che vi era e va citata, è illogica e profondamente razzista, ben inteso che anche gli abolizionisti sostenevano che vi erano razze inferiori, però, e al tempo va visto come un grande progresso, pensavano che forse un giorno si sarebbero potuti emancipare e magari si sarebbero civilizzati.
Inoltre il sud non si accontenta più del nuovo continente, guarda ai caraibi, all’America Centrale, perché non espandersi e creare piantagioni a Cuba per esempio, piuttosto che in Guatemala? Più terra equivale a più lavoro, ma questo lavoro chi lo avrebbe fatto senza gli schiavi? La risposta è ovvia, contadini salariati, ma per il sud era innanzitutto una rimessa economica, inoltre la loro visone era realmente che i bianchi non avrebbero fatto certi lavori, questo perché sapevano bene come venivano trattati gli schiavi, in maniera disumana, frustati, torturati, fatti lavorare praticamente sempre, ciò con un bianco salariato non sarebbe stato possibile. Si vorrebbe riaprire la Tratta, ci si prova anche politicamente solo per poco non ci si riesce, appunto per questa mira espansionista, il sud quindi si sente molto più forte della sua economia adesso rispetto ai primi dell’800, quindi pronto anche ad uno scontro armato con il nord.

Nordisti e sudisti cominciano infatti a sentirsi davvero due stati indipendenti tra di loro. Il sud comincia ad avere la visione secessionista, se il nord dovesse prevalere al Senato, loro si sarebbero staccati dall’Unione fondando nuovi Stati Confederati slegati da Washington, cosa che come ben sapete accadrà, ma andiamo per gradi.
Il nord si spaventa e cerca un compromessi però al ribasso, per citare un esempio: Quando nella California si decide per uno Stato non schiavista, Washington cerca una mediazione, il sud avrebbe dovuto “inghiottire questo boccone” ma in cambio la Polizia Federale avrebbe dato la caccia agli schiavi in fuga e li avrebbe restituiti ai rispettivi proprietari.
Ora capite il controsenso di questa politica, con una forte frizione tra le due parti, un nord abolizionista mette a disposizione la sua polizia per gli interessi del sud!
L’opinione pubblica non ci sta, c’è davvero uno “Slave Power” come sostenevano gli Stati meridionali allora? Se il sud riesce a imporre questo al nord a quanto pare sì! Gli abolizionisti aumentano, nascono associazioni clandestine che aiutano gli schiavi a nascondersi per non essere riportati al sud, sia chiaro ancora un’idea di uguaglianza al nord non vi era, ma la schiavitù veniva vista come immorale, inoltre per l’opinione pubblica l’uso della polizia federale al servizio degli Stati del sud era una concessione troppo grande ai proprietari terrieri.

Il Kansas, un nuovo Stato del nord, viene conteso tra le due fazioni, si deve decidere se sarà lecita la schiavitù, le autorità locali decidono che saranno i coloni del luogo a scegliere. Si creeranno scontri sanguinari guidati dai rappresentanti delle due parti con interessi opposti che si riversarono in massa nel luogo per incidere sul voto popolare, siamo nell’epoca del vero far west west adesso, tutti girano armati, sarà un periodo di stragi in Kansas. Per approfondire questo capitolo vi invito a documentarvi sul Bleeding Kansas e anche su John Brown, non li tratto non perché sono secondari, bensì perché andremmo troppo fuori dal filone principale e soprattutto per sintetizzare il più possibile un articolo che come vedete è comunque ampio. Il Kansas sarà uno stato dell’Unione e quindi non schiavista questo è doveroso dirlo.

Dobbiamo per forza trattare invece di un caso giudiziario di una singola persona che però ebbe un effetto devastante per gli equilibri tra schiavisti e abolizionisti: Il Caso Dred Scott
Dred Scott era uno schiavo di un vecchio ufficiale militare che soggiornò per molti anni in Stati del nord, dove la schiavitù era proibita quindi. Dopo la morte del suo padrone, la sua “proprietaria” divenne la vedova del militare, Dred Scott le fa causa, sostenendo che lui doveva essere libero in quanto per tanti anni aveva vissuto in luoghi in cui la schiavitù era vietata. Immaginate che “patata bollente” fu questo caso per chi doveva giudicare! Difatti la questione passa da un tribunale all’altro senza che nessuno si volesse prendere la responsabilità di tale giudizio.
Inevitabilmente il caso arriva davanti alla Corte Suprema Federale, organo importantissimo allora come oggi per gli Stati Uniti, che decide a maggioranza una sentenza esplosiva: Dred Scott è uno schiavo, quindi non ha nessun diritto e non può fare causa a nessuno, inoltre il Congresso non può imporre l’abolizione della schiavitù a nessuno Stato, quindi se Dred Scott ha soggiornato in uno Stato libero che è tale non per decisione di esso ma per il Congresso, la connotazione di Stato non schiavista non è legale, Dred Scott quindi resta uno schiavo.
L’esplosività di questa sentenza è unica! Da un punto di vista filantropico difatti è la prima parte di essa ad avere più rilevanza, ma dal punto di vista politico, in una fase diplomatica estremamente tesa, la Corte Suprema Federale decide che il Congresso, sulla schiavitù, non ha alcun potere sui singoli Stati, solo essi hanno potere decisionale sull’argomento.

Nel 1860 ci sono le elezioni e si presenta un nuovo partito, che si pone l’obiettivo di spezzare definitivamente, avevamo già parlato di ciò, l’alleanza tra sud e ovest: Il Partito Repubblicano.
Scelgono non a caso un uomo dell’ovest, Abramo Lincoln, un avvocato, che fino al momento non era un politico di professione, il suo programma è estremamente moderato, l’abolizionismo estremo non è ancora un fenomeno di massa, sostenerlo disperderebbe voti, magari verso i proprietari terrieri sudisti. Viene scelto anche perché appunto non è mai stato abolizionista, dice chiaramente che non saprebbe cosa fare se avesse abolito la schiavitù, la sua morale non voleva una società dove bianchi e neri avessero stessi diritti, rimpatriarli in Africa? Se ne poteva parlare ma non era una cosa che si poteva fare a breve termine. Lincoln quindi è chiaro sulla schiavitù: Rispettando la sentenza della Corte Suprema Federale appoggia il fatto che ogni singolo Stato sia sovrano, ma solo per quanto riguarda strettamente questo argomento!
Il suo programma per il resto è chiaro, non ci sarà nessuna secessione, nessuno Stato ha diritto di uscire dall’Unione, era inammissibile, era anarchia. Lincoln vince nettamente al nord e con buon margine anche nell’ovest, ma in alcuni Stati del sud non prende nemmeno un voto nonostante le sue concessioni, lo sappiamo perché in quel periodo in America il voto era pubblico, in nove Stati del sud nessun elettore vota Lincoln. Siamo nel novembre 1860, Abramo Lincoln è il sedicesimo presidente degli Stati Uniti, ma poco dopo, il 20 dicembre il South Carolina si stacca dall’Unione e si dichiara indipendente, lo seguiranno a breve altri sei Stati del sud che uscendo dall’Unione formano la Confederazione, tutto questo prima che il nuovo presidente si insediasse ufficialmente. Come primo atto di rivalsa i Confederati dispongono il sequestro di ogni bene Federale nei loro territori, compresi le fortezze e le strutture militari, tendenzialmente tutti si arresero senza colpo ferire, ma vi fu un’eccezione che fu il casus belli della Guerra Civile: Nella rada di Charleston in North Carolina, c’era una guarnigione Federale ostinata che non volle abbandonare il Forte che gli fu stato consegnato, Fort Sumter.
12 aprile 1861, le forze del North Carolina aprono il fuoco e conquistano Fort Sumter, in risposta a ciò Lincoln chiede al Congresso pieni poteri per tre mesi, ufficialmente per liberare il Forte. Li ottiene, si pensava che il sud capitolasse subito, ecco perché un lasso così breve di massima autorità richiesta. La Guerra Civile Americana ha inizio, finirà, come abbiamo accennato all’inizio dell’articolo, con la capitolazione degli Stati Confederati ad Appomatox, dove il 9 aprile 1865, il generale dell’Armata Confederale della Virginia Settentrionale, Robert Edward Lee si arrese all’Armata del Potomac di Ulysses S. Grant.

A questo punto la schiavitù è abolita, sulla carta bianchi e neri hanno gli stessi diritti, si è fatta un’enorme riforma sociale involontariamente, oltretutto una riforma che non si voleva. Come detto nessuno dei due schieramenti, ma nemmeno l’ovest sia chiaro, sosteneva la parità di razza, anzi era ben lungi dal volerla.
Il fenomeno forte e diffuso del razzismo negli attuali Stati Uniti non è un caso, ma frutto di una parità, che è assolutamente giusta sia chiaro, ma che in quell’epoca nessuno sosteneva e voleva, che è stata privata di una base sociale per costituire una struttura dove non si mantenesse un pensiero che sosteneva una razza superiore rispetto ad alcune opposte che, in maniera disumana, ancora si ritengono inferiori, per concludere, non per tutti, e non solo in America è sparito il concetto di razza quando si parla dell’Essere Umano.


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