“Mi chiamo Piscitello Ferdinando, sono nato il 3 novembre del 23…… solo adesso, dopo 56 anni, si parla del trattamento riservato dal governo italiano agli ex prigionieri, dei quali mi permetto di ricordare le condizioni durante la loro permanenza nei campi di prigionia: turni di 12 ore di lavoro dalle 6:00 del mattino alle 18:00 o dalle 18:00 alle 6:00 con una sola ora di intervallo per il pranzo (se così si poteva definire quello che si mangiava!) dalle 12 alle 13:00 o dalle 23 alle 24:00; il tutto in condizioni igieniche proibitive.
In due parole racconto la mia storia.
Sono stato chiamato alle armi il 6 gennaio del 1943 e destinato per il reclutamento al 76esimo fanteria. In seguito sono stato trasferito al ventinovesimo Reggimento Fanteria. Il 21 luglio del 1943, in Sicilia, sono stato fatto prigioniero dalle truppe americane, deportato in Algeria e sottoposto a lavori troppo umilianti per essere raccontati è troppo pesanti per un ragazzo che ancora non aveva compiuto 20 anni e che, per il suo ridottissimo peso corporeo, si guadagnò Il nomignolo di Pio Pio (che chiaramente riproduce il verso del pulcino). L’8 settembre del 1943, quando l’Italia Firmò l’armistizio ci fu spiegato che dovevamo collaborare con gli Anglo americani e fui trasferito in Nord Africa. Io sono stato assegnato alla lavanderia nella 7172 Laundry co nel campo numero 131 Orano in Algeria. Questa è la mia matricola di prigioniero: 81- 353 263. Quando le truppe americane sbarcarono in Francia (fra gli sputi e le ingiurie dei francesi) fui trasferito a Marsiglia, Vesou, Digione e Raims. Rientrai in Italia nel novembre del 1945. Oggi ho 78 anni e riporto tutto questo con la lucidità di chi, dopo 56 anni, ricorda ancora date e fatti avendo questi segnato profondamente la sua vita.”
Mio padre morì all’età di 94 anni da antifascista, dopo averci insegnato il valore della libertà e l’odio per la guerra.
Enza Mineo