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Caffè filosofico / Consulenza / PEDAGOGIA

Le parole creano, le parole distruggono.

- 09/05/2021 | 21/12/2021 - Anna Lorenzini

Le parole hanno un peso importante, nel bene e nel male, possono essere un pugno allo stomaco o una carezza al cuore. Comunicare è la prima cosa che impariamo eppure diventa estremamente difficile comunicare da adulti, farci capire dall’altro. Ci sono mille modi per comunicare ed è probabile che ognuno di noi intimamente ne preferisca uno piuttosto che l’altro, ma concentriamoci sulle parole, che sono uno strumento importante e di estrema bellezza.
Bisogna insegnarne ai nostri ragazzi il peso, che siano scritte o dette, di persona o sui social, ma per poterlo fare innanzitutto siamo noi a doverne avere consapevolezza: dunque, siamo sicuri di averne? Siamo sicuri di saper utilizzare una comunicazione adatta? Dobbiamo imparare che le parole che scegliamo per esprimerci, in un certo modo, ci identificano ed esprimono esse stesse molto su chi siamo, proprio perché danno forma al pensiero che stiamo cercando di comunicare agli altri in quel momento. Insegniamo ai nostri ragazzi a riflettere sulle parole prima di pronunciarle e a sceglierle per esprimersi al meglio, ma facciamolo noi stessi per primi! E’ un lavoro duro, che va iniziato da bambini, è una “maieutica” continua tra adulto e bambino, che riguarda ogni adulto che il bambino ha intorno; certo, il genitore ha il ruolo fondamentale, ma va aiutato, non può e non deve essere solo. Quando vediamo un bambino di 10/11 anni avere un profilo social e risponderci che “ce l’hanno tutti” e vediamo un genitore arreso di fronte al “tutti”, perché da solo non può combattere, abbiamo perso tutti e abbiamo fatto un grosso danno sociale, per tutti noi, e anche intellettivo per loro che stanno crescendo. Educarli al confronto di “tutti” con un’idea diversa dagli altri è difficile.
Chiusa la parentesi genitoriale (perché l’argomento è immenso e merita più spazio), le parole sono un “ponte” tra di noi, ponte che può creare una relazione oppure distruggerla. Mettersi nella posizione di ascoltare con atteggiamento di apertura sicuramente ci offre il tempo per capire cosa l’altro ci sta dicendo e anche il tempo per organizzare una risposta.
Insegnare ed imparare noi stessi che c’è un tempo per parlare ma anche uno, ancora più importante, per ascoltare l’altro è sicuramente un buon punto di partenza per noi ma anche per i ragazzi, i quali impareranno che anche il silenzio è comunicazione e che anche il modo in cui il corpo si esprime, mentre si ascolta, sta comunicando se siamo disposti o no alla comunicazione in quel momento e con quella persona.
E, venendo ad internet, che di danni ne fa tanti, ciò che esprimiamo virtualmente, sui social, su internet, deve corrispondere a cosa diremmo se fossimo di persona, non può essere diverso, non possiamo nasconderci dietro uno schermo ed insegnare così una comunicazione sfalsata alle generazioni più giovani, che, purtroppo, hanno questi strumenti, lasciatemelo dire con franchezza, troppo presto. Dunque, condividiamo post consapevolmente e “frequentiamo” gruppi e profili educativi, oltre agli amici ovviamente, cercando di coinvolgere anche i più giovani, insegnando (e ovviamente facendolo noi in primis) che le idee si possono discutere, con educazione, anzi è sempre costruttivo un confronto, ma le persone vanno rispettate sempre.

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“L’ESISTENZIALISMO E’ UN UMANISMO” J.P.Sartre 1946
FILOSOFIA.

1 thought on “Le parole creano, le parole distruggono.”

  1. daniela ha detto:
    13/05/2021 alle 8:53 pm

    scrivere sulla tastiera riduce moltissimo la comunicazione, nel senso che chi legge non comprenderà appieno il significato del nostro scritto, privo di quel colore sfumato che è il dialogo verbale. La stessa grafia ci racconta molto di più delle parole incise sulla carta, da essa trapela l’emozione che si ha quando si genera una frase, ma chi si mette più a scrivere a mano? Non ultimo il significato troppo velocemente sfugge al suo significante migrando in una miriade di linguaggi nuovi e validi il tempo di una “app” e la sua versione aggiornata, che utilizzano le medesime parole, o peggio quei maledetti acronimi, con significati a volte diametralmente opposti. Piacevolissimo blog!

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