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Educazione in rete / PEDAGOGIA / Simposio2021

NON CONTA IL COME, MA IL PERCHE’!

- 09/01/2022 | 19/09/2022 - Chiara Brasacchio

Perché diventare genitori oggi? Attorniati da paure e ansie della società di oggi, ci sarebbero più motivi per non credere che ne valga la pena. Siamo più impegnanti a sostenere la nostra persona, a prenderci cura di noi. Si fa fatica ogni giorno nella ricerca del proprio equilibrio psicologico e nelle relazioni sociali, così precarie e a volte superflue. Troppi bisogni e troppe richieste dal mondo del lavoro, che ci spingono anche a risparmiare energie, per dedicarle a noi stessi.

Crisi, transazioni ed eventi traumatici per cui possono essere necessarie sostegno emotivo, cognitivo e pratico per recuperare le risorse e contrastare lo stress.

Eppure la rete delle relazioni sociali possono essere delle grandi difese allo stress se sono frutto di condivisione e emozioni positive. Anzi, l’energia in questi casi si moltiplica, si amplifica e il suo raggio di azione permette binari di crescita paralleli che creano benessere interiore ed esteriore.

E allora arriva al cuore prima e poi alla mente un grande perché del diventare genitori oggi. Non certo il completamento di un amore o un progetto di vita. Ma tra i tanti motivi può essere risaltato la volontà intrinseca che tutto ciò che accade conduce al Bene e può portare solo ad esso. Nonostante i nostri dubbi, le nostre paure che ci rendono fragili e umani, nonostante le difficoltà di comprensione tra noi e gli altri.

Tutta la nostra vita inizia e finisce. Tutte le cose nascono e muoiono. Ma se c’è una speranza di poter risorgere come fenici dalle ceneri è donare la parte di noi a un altro essere vivente. E non parlo solo di gravidanze tra eterosessuali. Voglio includere tutte quelle forme anche non standardizzate di famiglie che creano un nucleo di crescita fondata su ciò che più invisibile ma visibile ci possa essere: la contraddizione fatta a persona…l’ Amore.

Molti Pedagogisti vedono nei sentimenti e nella forza dell’amore un legame fortissimo che smuove le montagne e può dare alle famiglie, ad ogni tipo di famiglia, anche individuale, la forza per superare le peggiori situazioni che la vita ci fa incontrare. Si, ebbene anche noi singolarmente, per la legge civile e penale siamo una famiglia. Siamo un nucleo di diritti e doveri che possono essere trasmessi ai propri eredi. Non solo di beni mobili e immobili, ma di un corredo genetico unico e irripetibile.

E se anche l’amore vorrebbe essere protettivo rispetto ai piccoli grandi dolori che si possono proiettare o immaginare in riferimento alla propria creatura amata, la Pedagogia crede in primis nella libertà individuale slegata dalle proprie figure educanti. Ma la Vita non è tutta rosa e fiori. Gli stessi “genitori” non sono mai pronti a diventare tali. E’ la Vita che la Pedagogia studia. E ne ha Cura, nel senso di “avere Cura” di qualcuno e non “prendersi cura di qualcuno o qualcosa.

Avere cura di se stessi è un grande perché per diventare genitori oggi. Ci aiuta a cogliere il vero senso del nostro futuro oltre la materia e le cose finite. La Pedagogia nella storia ci ha portato a fare tesoro di ogni studio svolto utile alla crescita dell’essere umano in ogni sua tappa evolutiva.

Ciò che manca oggi è una Pedagogia rivolta alla ricerca di domande piuttosto che alla certezza delle risposte.

Poi vedremo dove la strada pedagogica ci porterà. Ma sono i bisogni in primis da cui partire. E oggi la società contemporanea, fatta di contraddizioni forti…ha bisogno di una grande Forza: Amore.

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    1 thought on “NON CONTA IL COME, MA IL PERCHE’!”

    1. Fabio Valerio ha detto:
      09/01/2022 alle 2:24 pm

      Condivido in pieno. Non si è mai pronti per essere genitori e non lo si sarà mai, soprattutto di questi tempi. Dove non è scandalo non avere figli, dove a volte si preferisce puntare tutto sulla carriera piuttosto che sulla famiglia, dove le possibilità economiche (a fronte di esigenze per lo più superficiali) non permettono di distaccarsi dalla famiglia di origine così presto, dove per avere successo in ambito di “rimorchio” partner bisogna essere belli ed in forma…
      Non bisogna essere pronti, bisogna solo essere avventati, un pò coraggiosi, avere pochi grilli per la testa ma soprattutto capaci di condividere. Con condividere intendo tutto:
      i pantaloni e le magliette che non avrai mai più stirate e pulite, le condividerai con le esigenze di un bambino che prova a mangiare da solo tirando spaghetti ovunque;
      il tempo, che quel poco che avevi prima per te lo dovrai per forza dedicare ad un altro essere;
      lo spazio, perché lo studio diventa la cameretta dei giochi, perdi il posto sul divano, perdi il posto che preferivi a tavola, perdi il posto dedicato ai tuoi vestiti nell’armadio;
      le tue cose, che spesso e volentieri finiranno in mano a quel distruttore seriale che chiami figlio;
      i tuoi soldi, che non godrai più per gli interessi personali ma serviranno per comprare pannolini prima, giochi della play dopo ed infine serate in discoteca, Nike e benzina…

      Non c’è più un te, c’è un noi (forse più un loro). Ed allora capisci che le uniche armi di cui hai bisogno sono proprio l’amore, la capacità di donare e coraggio.

      Quando mia moglie disse che voleva il terzo figlio (non era una novità, ero già stato avvertito quando eravamo ragazzetti, alle prime uscite) non ho pensato al tempo ancora maggiormente ridotto, alla pazienza, alla stanchezza, ai soldi (dove si mangia in 4 si mangia in 5). Ho pensato solo che sarebbe stato meglio un altro Fabio in giro per il mondo, a tenere testa a tutto il resto.
      Perché sì, non ho problemi a condividere, sì sono coraggioso e sì, ho ancora voglia di dare affetto.
      E non è importante che io sia un bravo genitore o che sia pronto o che sia ricco, è importante che io sia in grado di dare.

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