La psicologia dello sviluppo è il ramo della psicologia che studia l’uomo nel periodo del suo sviluppo, pur derivando la psicologia generale mantiene comunque la sua autonomia e vanta collegamenti con la filosofia, la pedagogia, la sociologia, la biologia, l’etologia. I primi autori che si interessarono dell’età evolutiva si collocano nel Settecento e sono stati proprio filosofi, medici, religiosi ed educatori che cominciarono ad occuparsi proprio del bambino e del modo migliore per crescerlo.
Jean Jacques Rousseau (1712-1778), per esempio, considera il bambino dotato di un sentimento morale innato e lo vede parte attiva nel proprio processo evolutivo interagendo con l’ambiente circostante.
Alla base della sua concezione pedagogica troviamo una forte opposizione tra Cultura e Natura: nello stato di natura l’uomo vive in una condizione di uguaglianza e libertà, nella società e con la cultura l’uomo vive tra imposizioni e in disuguaglianza. Ed è per questo crede che l’educazione debba necessariamente essere naturale, intendendo per”natura” l’insieme delle facoltà umane e intellettive che caratterizzano lo Stato originale dell’uomo, facoltà che poi vengono corrotte nella società contemporanea dalla civiltà e dalla cultura.
La divisione delle età dello sviluppo in prima e seconda infanzia, poi in preadolescenza e adolescenza, è caratterizzata anche dalla divisione in una pedagogia negativa in una pedagogia positiva, intendendo con questi termini metodi pedagogici specifici. Quando si parla di una educazione negativa, si intende una pedagogia volta a interventi formativi specifici è che rispetti lo sviluppo del bambino, evitando interventi contrari a questo.
La seconda fase dell’ educazione del bambino, che per lui va dai 3 ai 12 anni all’incirca, e caratterizza da sempre dalla pedagogia negativa a Massi comincia a introdurre il concetto della Libertà anche come conquista, per cui il bambino inizierà a rendersi conto che non esistono solo i propri bisogni e che non sempre si hanno le capacità per soddisfarli.
Qui inizia una prima educazione morale che però non prevede dov’eri ma solo L’osservazione è il confronto con la necessità delle cose.
L’educatore deve essere sempre vigile in modo da non anticipare lo sviluppo dei bambini, deve intervenire in modo che lo sviluppo sia armonico e in base alle predisposizioni naturali.
Nella fase dell’adolescenza compare quella che è definita la pedagogia positiva che fa leva sulla curiosità, in quanto si stanno sviluppando ragione e forze nel fanciullo. Bisogna introdurre le linee guida di un sapere formale portando il ragazzo alla scoperta delle idee attraverso un percorso che parta dalla sua propria curiosità e faccia continua riferimento all’utilità di ciò che emerge da questa ricerca. In questo momento dal punto di vista intellettivo si passa dalle sensazioni dell’infanzia al mondo delle idee dell’ adolescenza e questo comporta anche un passaggio morale da una condotta che si basava sulla necessità ad una condotta che si basa invece sull’utilità; per Rousseau il passaggio da ciò che è utile veramente a ciò che poi è buono veramente Sarà ovviamente breve e a questo punto anche facile.
È interessante vedere come per il nostro filosofo dal punto di vista sociale il ragazzo debba ancora essere tenuto lontano dalle relazioni sociali, che sono complicate e che rischiano di confonderlo, Per far sì che la sua socializzazione parta proprio dalla conoscenza e dalla pratica dei Mestieri, che poi risultano utili per la società in cui vive e dei quali ragazzo stesso comprende l’utilità sociale.
Con l’adolescenza inizia la vera e propria educazione che a questo punto è guidata dalle passioni, che sono importantissime perché introducono proprio il ragazzo nella società, e che portano come conseguenza lo sviluppo dell’immaginazione, la morale e i problemi che ne derivano, eccetera. Il compito dei formatori e degli educatori e di insegnare ai ragazzi a contenere le passioni in modo che sia più facile per loro rispettare e seguire l’evoluzione naturale di ciò che sentono.
Il sentimento di amore caratterizza tutta l’evoluzione naturale del soggetto, da bambino al ragazzo, e si trasforma da sentimento di amore per sé stesso, che deve essere guidato affinché non diventi egoismo e vanità, a sentimento di amore perché gli sta vicino quindi diventa una forma di amore più evoluto, che si avvicina altrettanto importante sentimento della Pietà.
Anna Lorenzini.